di Nicoletta Pollice Beltrame
Chi? L’Autonomia del Trentino-Alto Adige.
50 anni l’Alto Adige? Ma come, l’Autonomia non risale al 1946 agli accordi De Gasperi-Gruber? Facciamo due conti: se li porta molto bene ma gli anni sono 76!
Eh sì è vero, ma quello che in Trentino Alto Adige quest’anno si festeggia è il Secondo Statuto di Autonomia, quello del 1972. Troppo complicato? Riordiniamo un po’ le idee: sì gli accordi De Gasperi-Gruber, ma al tempo furono molto contestati. Il Primo Statuto di Autonomia che ne derivò è del 1948, ma anche quello fu contestatissimo. Negli accordi con l’Austria si parlava di autonomia per la minoranza di lingua tedesca, ma lo Statuto del 1948 la concedeva anche al Trentino. Nascevano così le due Provincie di Trento e Bolzano, che adesso compongono un’unica Regione a Statuto Speciale: il Trentino Alto-Adige.
Adesso sembra quasi normale, ma allora suscitò delusione e malumore nella popolazione sud tirolese. Speravano di aver ottenuto la loro autonomia, ma includendo anche Trento temevano di ritrovarsi comunque in minoranza. Ci furono tensioni e proteste e ne seguì una delicata controversia giuridico-diplomatica con l’Austria, che portò il caso all’attenzione delle Nazioni Unite a New York nel 1960. Oggi la cosa ci può far sorridere, ma la vicenda si chiuse solo nel 1992, con il rilascio da parte di Vienna della c.d. quietanza liberatoria.
Dopo trenta anni di discussioni, gli austriaci riconoscevano che il Secondo Statuto di Autonomia del 1972 andava bene e che la minoranza di lingua tedesca era effettivamente tutelata. Quest’anno dunque non festeggiano solo il 50mo anniversario di un’autonomia faticosamente raggiunta, ma anche i 30 anni della felice chiusura del “caso” alle Nazioni Unite. Oggi, grazie all’Europa (cioè alla libera circolazione, alla moneta unica, al programma Erasmus ecc. ecc.) le vecchie conflittualità del passato sono definitivamente superate.
L’autonomia ha cinquant’anni, ma non li dimostra perché sembra la cosa più naturale del mondo. Purtroppo quanto sta accadendo in Ucraina ci ricorda che così non è, anzi. Purtroppo in troppi luoghi del mondo prevalgono ancora forme di nazionalismo ideologico che si alimenta negando le identità linguistiche e culturali degli altri e che tendono quindi ad imporre un modello unico. Con la pretesa di assimilare negando le diversità altrui anziché integrarle accettandole per quello che sono e convivere in maniera tollerante e civile.
Anche noi nella nostra Storia ci siamo passati e ne sono derivati i disastri che ben conosciamo. Per fortuna (ma non per caso!) lo sviluppo delle istituzioni democratiche e l’avvio del percorso d’integrazione europea ha relegato questi conflitti nei libri di Storia, ma è stata una conquista paziente, lenta e faticosa. Oggi quindi, dopo mezzo secolo, l’autonomia del Trentino Alto Adige diventa un modello di pacificazione e convivenza civile che Italia ed Austria possono indicare con orgoglio al mondo.
Il presidente della Repubblica Mattarella presentando l’Alto Adige Sudtirolo durante la cerimonia per il centenario dell’accordo di Saint Germain e il cinquantesimo del pacchetto Autonomia, non a caso l’ha definito “un unicum assoluto”, “un esempio di autonomia a livello mondiale, che assicura non soltanto la serena convivenza, ma lo sviluppo armonioso di questo straordinario territorio”. Il suo omologo austriaco, il presidente Van der Bellen, ugualmente, non ha mai perso occasione per sottolineare quanto l’autonomia dell’Alto Adige fosse un “bene comune” perché capace di superare i conflitti etnici.
Tra i segreti di questo successo c’è anche l’obbligo del bilinguismo: il tanto criticato “patentino”. In Alto Adige le due comunità di lingua tedesca e italiana sono obbligate a studiare le due culture, a comprendere i diversi idiomi, finanche le diverse inflessioni del parlare.
Oggi, dopo cinquant’anni, le ragazze ed i ragazzi più brillanti possono avere il meglio dei due mondi. E tutto il nostro Paese ha tratto grande beneficio da quella diversità, rispettata, difesa e condivisa.
Nicoletta Pollice Beltrame
Laureata in Economia e Commercio a Roma ha seguito il marito Stefano in Kuwait, Germania, Iran, Stati Uniti Cina e, oggi, in Austria. Appassionata di viaggi esprime le sue emozioni attraverso la sua grande passione, la fotografia. Già membro del Consiglio Direttivo, è stata rieletta nel 2019 e come vicepresidente ACDMAE fino alla sua partenza per Vienna, è stata responsabile del Gruppo Insieme a Roma. Con il suo occhio attento e sensibile e la sua grande curiosità per l’arte e le culture straniere, dal cuore della Mittel Europa continua a inviarci le sue belle storie.