di Maria Teresa d’Avino
Socie italiane e tante amiche straniere – Ambasciatrici per lo più – dell’ACDMAE hanno accettato con piacere l’invito a colazione da EATALY. Siamo state ricevute con cortese ospitalità. Dopo una presentazione della struttura ed un primo assaggio di stuzzichini ed aperitivi, è stata la volta di una lezione di cucina in grande stile: una pasta saporita che ha dentro gli aromi dell’estate.
L’obiettivo di Eataly è dimostrare che l’alta qualità dell’enogastronomia italiana è alla portata di tutti. Il nome Eataly nasce dalla fusione di due parole: “eat”, che vuol dire mangiare e “Italy”, cioè Italia. Mangiare italiano, quindi, non solo per la provenienza degli ingredienti, ma soprattutto per il rigoroso rispetto dei principi della cucina mediterranea.
Questo modo di vedere include la considerazione che la nostra cucina e i nostri piatti più noti ed amati, in patria come all’estero, sono riproducibili “a casa”. Ecco a cosa dobbiamo la vocazione domestica della nostra cucina, in netta contrapposizione con quella francese, nata nelle cucine degli cuochi di professione. Interessante notare come nel corso della storia ingredienti alieni al nostro territorio come il pomodoro, il mais, la patata siano stati integrati con successo al punto da essere ormai considerati parte integrante della nostra cucina. Il meglio dell’enogastronomia italiana e’ spesso prodotto in piccole aziende che lavorano nei luoghi di produzione delle materie prime.
Un esempio? La cittadina di Gragnano, che ospita alcune delle migliori aziende produttrici di pasta di grano duro; mentre l’olio d’oliva e’ prodotto in varie regioni, che possono quindi proporre olii con proprietà organolettiche diversissime tra di loro.
Potremmo andare avanti all’infinito presentandovi vini, formaggi e cosi via: e’ quello che si propone Eataly nel riprodurre e conservare i pregi di questi micromercati, rendendoli però reperibili al di fuori del loro ambito. Nel 2007 Eataly ha aperto il primo punto vendita a Torino e sin da quel momento ha proposto il meglio delle produzioni artigianali a prezzi ragionevoli, grazie al filo diretto fra produzione e distribuzione. Sostenibilità, responsabilità e condivisione: ecco le parole d’ordine che hanno garantito il successo a quest’impresa che nel frattempo è cresciuta in Italia come all’estero. Oscar Farinetti, purtroppo, ha dato vita a questa formidabile impresa prima che lo facessi io…mi ha preceduto di poco!
Questo geniale imprenditore e dirigente d’azienda già in passato aveva dato prova di lungimiranza creando la catena Unieuro. Uomo dall’aspetto (giustamente!) gioviale, generoso nel raccontarsi, convincente e carismatico: ecco come lo racconta la sua biografia “Il mercante di utopie”.
E realmente trovo questo personaggio intrigante, perchè è la dimostrazione vivente di quanto il nostro paese abbia ancora da dire, dare, fare! Eataly Roma rappresenta la vetrina di questa catena sia per dimensioni che per le caratteristiche architettoniche della struttura che la ospita, costruzione che io trovo spettacolare. L’air terminal della stazione Ostiense costruita dall’achitetto Julio Lafuente per i Mondiali di calcio del 1990 ha avuto il dono di una seconda vita, ospitando 4 piani di buon cibo sotto le forme più disparate: svariati punti ristoro, ristoranti, pizzeria, supermercato utensili cucina, scuola cucina e cosi via.
Ci è piaciuto condurre qui le nostre socie, ma anche tante signore straniere Ambasciatrici per lo più. Siamo state ricevute con cortese ospitalità; dopo una presentazione della struttura ed un primo assaggio di stuzzichini ed aperitivi, è stata la volta dello chef Luigi Marchitelli, simpatico molisano di 32 anni formatosi presso il Gambero Rosso, dove si è diplomato fra i primi del suo corso. Dopo un’esperienza in vari ristoranti stellati italiani è approdato ad Eataly Roma dove si occupa di didattica e di corsi.
Intorno al tavolo della cucina usata per le dimostrazioni, detto “dei 10 fortunati” (e non mi spiego il perchè!) le signore hanno seguito con interesse la lezione costituita da una dimostrazione culinaria. Lo chef ha preparato un piatto di pasta al pomodoro…semplice direte voi; invece no! Infatti anche il piu semplice dei piatti può diventare un capolavoro se un maestro è all’opera, fornendoci dettagli e trucchi del mestiere, come l’uso di spezie inusuali.Tutte sono state invitate ad assaggiare la pasta e poi invitate al buffet dove venivano proposte specialità italiane d’eccellenza quali mozzarella di bufala, formaggi regionali e poi affettati dop, pizze rustiche, il tutto annaffiato da ottimi vini.
La giornata si è conclusa con dessert, caffè, pasticcini e…tante chiacchere!
Mi chiamo Maria Teresa Pastore D ‘Avino, sono avvocato, anche se ho vissuto, in questi ultimi 30 anni, prevalentemente all’estero. Di recente eletta vicepresidente ACDMAE, intendo fornire, per quanto possibile, un servizio di informazione sulle norme che incidono maggiormente sulla vita di noi consorti. Nell’immediato, il mio obiettivo e’ comprendere le novita’ contenute nella riforma, per quello che interessa noi consorti, al fine di chiarirle a chi si rivolge all’ACDMAE. Saro’ anche, insieme a Eleonora Durante, membro delegato presso l’EUFASA. Canto, con soddisfazione, nel coro dell’ACDMAE.Maria Teresa d’Avino