di Susanna Bonini Verola
Mentre gli equilibri internazionali del post guerra fredda sembrano vicini a una loro ride nizione, la diplomazia italiana avvia una ri essione sul suo ruolo in un mondo sempre piu’ globalizzato e in rapido mutamento. Lo ha fatto inaugurando lo scorso 26 ottobre, a Roma, il seminario su “Il quadro internazionale e il ruolo dell’Italia nelle aree di crisi”, il primo appuntamento di una serie d’incontri sulla politica estera come strumento per l’internazionalizzazione del Paese, organizzati dal sindacato maggioritario della Carriera, il Sndmae, e dallo IAI, Istituto A ari Internazionali, con il sostegno dell’Associazione Consorti del Ministero degli Esteri.
A confrontarsi su un tema quanto mai complesso e deli- cato – con la crisi siriana alle nostre porte, i postumi della Brexit e le nuove incognite poste dal ciclone Trump – sono stati tre ex Ministri degli Esteri (Gianfranco Fini, Massimo D’Alema e Emma Bonino) e gli attuali Presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato (Fabrizio Cicchitto e Pier Ferdinando Casini) moderati dal Presidente dello IAI, l’Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci.
La politica estera italiana ha di fronte a se’ una doppia s da, ha spiegato a un folto parterre di esperti il Presidente del Sndmae, Paolo Serpi, aprendo i lavori alla Residenza di Ripetta: “gestire con sempre maggiore capacita’ politico-diplomatica il nostro estero vicino, con le sue aree di crisi” e, ha aggiunto, “aumentare la sua presenza positiva in regioni del mondo che per noi sono sempre state piu’ periferiche” ma che, in un quadro globalizzato, “saranno estremamente utili, per le nostre prospettive di crescita e per il sostegno internazionale e multilaterale” di cui il Paese ha sempre bisogno. Con gli ex titolari della Farnesina presenti, Serpi ha condiviso l’analisi di fondo: la posizione geogra ca dell’Italia, fra est Europa e Mediterraneo del Sud, pone il Paese in un contesto molto sensibile e fortemente instabile dove diventera’ sempre piu’ cruciale sapere gestire i rapporti con un vicinato con ittuale, migliorando le capacita’ d’in uire positivamente.
E’ giusto sottolineare – ha continuato l’ex ministro Bo- nino – come l’Italia, anche in un mondo multipolare e complesso, sia riuscita ad aggregare consensi esercitando quel “soft power” che si e’ conquistata promuovendo felicemente tante campagne internazionali: dall’azione per la moratoria sulla pena di morte all’operazione militare e umanitaria Mare Nostrum; dal sostegno alla Corte Penale Internazionale alla campagna contro le mutila- zioni genitali femminili. Dopo aver ricordato i numerosi successi della nostra diplomazia, Bonino ha evidenziato che “un tempo il progetto europeo era piu’ dinamico mentre oggi e’ sull’orlo della disintegrazione”. Una preoccupazione avvertita ancheda Massimo D’Alema secondo cui “rilanciare con grande forza il cuore della nostra ispirazione europeista non puo’ che esser un obiettivo dell’Italia”, di fronte al pericolo di una stagnazione prolungata e di un riacceso populismo nel Vecchio Continente.
L’Italia, senza un passato coloniale in Medio Oriente, avrebbe tanto da dire – secondo Gianfranco Fini – non solo in Europa, ma anche nel mondo islamico. In particolare, suggerisce, “dovrebbe proporre un nuovo modello d’integrazione, diverso da quello inglese e francese”. In uno scenario europeo che rischia di esser sempre piu’ disgregato, avverte Fini, l’Italia non puo’ non giocare il suo ruolo di potenza media nei confronti dei paesi del Mediterraneo. Anche questo – ha concluso – “dovrebbe esser un nostro interesse nazionale”
Un momento del convegno
Susanna Bonini Verola
Ha vissuto a Parigi, dove ha terminato gli studi, Bruxelles e Washington. Giornalista professionista e TV Producer, ha lavorato nelle trasmissioni di approfondimento di RaiNews24-Rai 3 e per i notiziari TV di Euronews (Lione). Dopo varie collaborazioni con radio e magazine, approda ad Adnkronos con cui collabora per oltre 10 anni. Rientrata a Roma nel 2014, col marito diplomatico e i due figli, è attualmente impegnata nelle attivita’ della No-Profit “US-Italy Global Affairs Forum” in veste di corrispondente da Roma e coordinatrice di progetti bilaterali.
Leggendo gli articoli di Susanna, ho avuto la piacevole conferma di una professionista che scrive ben informata e riesce a conunicare con efficacia.
Il linguaggio giornalistico ha le sue regole che lei conosce bene!