Lady Trump alla casa bianca

di Susanna Bonini Verola


Lady Trump alla Casa Bianca: Sarà la “Golden Age” per tabloid e riviste patinate… Proprio come ai tempi di Jacqueline

Nel ‘Day After’ della grande tornata elettorale americana – l’elezione più seguita e mediatizzata del Pianeta – sondaggisti, grandi testate e opinion makers sono risultati i grandi sconfitti delle presidenziali che, a sorpresa, il 9 novembre, hanno portato il Tycoon multimiliardario Donald Trump alla Casa Bianca. E mentre l’intellighenzia di tutto il mondo s’interrogava sul come e sul perché dell’inaspettata vittoria – sui numeri sbagliati e sulle previsioni affrettate, sui segnali non capiti e sui fenomeni mai analizzati, su chi parlava alla “pancia” e su chi il mal di pancia l’aveva per davvero – qualcun altro decretava non senza ironia che a prendersi la rivincita, non solo in termini di vendite, sarebbero stati loro: i vituperati Tabloid e le snobbatissime riviste patinate, il nuovo “verbo” dell’America di Trump.
Si’ perche’ gli Stati Uniti – si è letto altrove – “da 50 anni aspettano un’altra Jacqueline Kennedy”: un’icona incontrastata di stile e glamour, una regina del gossip con qualche piccolo scheletro nell’armadio, una donna bella, rassicurante e con poca voce in capitolo. Riservata ma non troppo, tradizionalista al punto giusto e, soprattutto, fermamente intenzionata a restare sempre e comunque un passo dietro al marito, The President. Se tra Barack Obama e Donald Trump la distanza era incolmabile, tutto fa pensare che l’ex First Lady Michelle e la nuova, Melania, siano ancora di più agli antipodi.

Gli esperti di società e costume assicurano che Melania Trump sarà una First Lady nel solco della tradizione, sempre silenziosamente o quasi a fianco di Donald e ben lontana dall’incarnare la “consorte della porta accanto” che molti hanno riconosciuto nella dinamica Michelle Obama. Nessuna ambizione carrierista, nessun piglio femminista, poliglotta ma non presuntuosa, super fashion e mai sciatta, con una storia personale che, per molti versi, incarna il mito dell’American Dream. La storia di un’avvenente giovane modella che dalla Slovenia post comunista approda negli States, in cerca di fortuna, e casualmente s’imbatte nel businessman miliardario che la porterà dritta all’altare. E sulle copertine di mezzo mondo.

Che tipo di First Lady vorrà essere? Sarà anche lei impegnata nel sociale? Lady Trump – sulla scia del marito che non ha mai presentato un vero e proprio programma elettorale – non ha fatto sapere quale battaglia o causa sociale sposerà. Certo è che – come avevamo osato presagire sulle pagine di questa rivista – molto difficilmente Melania misurerà il suo pollice verde tra zucchini e ravanelli ne’ si destreggerà tra libri di cucina e fornelli per individuare una ricetta light o presentare un’insalatina in modo accattivante. The Donald infatti non disdegna il junck food e senz’altro – si mormora – alla Casa Bianca torneranno ben presto gli hamburger….Con caviale e champagne, ci mancherebbe! Sarà un duro colpo, certo, per ‘Let’s move’, la famosa campagna anti-obesita’ di Michelle per promuovere anche fra i ceti meno abbienti abitudini alimentari sane e corretti stili di vita. Soprattutto, sarà un duro colpo per il famoso orto bio della Casa Bianca, destinato a sparire proprio come le frugali poltroncine dello studiolo di Obama.
I più maligni s’azzardano a dire che al suo posto la nuova coppia presidenziale piazzerà un minigolf: otto buche al posto di altrettanti caspi d’insalata per la gioia degli ospiti Vip. E che fare di quell’immenso giardino per lo più inutilizzato? Non sarà solo il piccolo Barron, 10 anni, ad approfittarne perché i Trump intendono ampliare l’attuale parcheggio Suv dei visitatori. A danno del verde, ovviamente.
E mentre in molti s’interrogano su come il miliardario trasformerà gli interni della Casa Bianca – belli sì ma non certo sfarzosi come la celebre “Golden House” al 58mo piano della Trump Tower – i più maliziosi puntano sul prossimo colpo di scena che farà impennare le vendite dei rotocalchi: tradimento o gaffe? Quando si parla dei Trump gli ingredienti del “romance” e dello scandalo non mancano mai e quindi non stupisce che a urne appena chiuse abbiano subito fatto capolino in mezzo mondo i nudi datati di una giovane Melanie alle prese con i primi backstage fotografici. Nessun problema – taglia corto Donald – “sono tutti stati scattati prima che ci conoscessimo”. Se la road map di Melanie punta dritto a Jackie, tuttavia, qualche intoppo potrebbe esserci. La Kennedy incarnò il glamour e la grazia richiesti a una First Lady del tempo, che doveva comunque restare al fianco di un grande Presidente e di un molto poco virtuoso marito. Siamo proprio sicuri che emularla, cinquant’anni dopo, sarà facile e altrettanto gratificante? Ai rotocalchi, con tutto il rispetto del caso, l’ardua risposta.
Senza inciampare in previsioni azzardate – un esercizio quanto mai pericoloso di questi tempi – ci sembra tuttavia giusto ricordare come finora, per Melania Trump, abbiano parlato molto più i suoi vestiti firmati che le dichiarazioni rese. In linea, questo sì, con il “Jackie style”, stando a quanto sottolineato sia dalle testate più illustri che dai tabloid. Come le First Lady che l’hanno preceduta, anche Melanie – si legge – sarà una “campionessa” di stile a stelle e strisce. Ma non certo low cost.

Susanna Bonini Verola

Ha vissuto a Parigi, dove ha terminato gli studi, Bruxelles e Washington. Giornalista professionista e TV Producer, ha lavorato nelle trasmissioni di approfondimento di RaiNews24-Rai 3 e per i notiziari TV di Euronews (Lione). Dopo varie collaborazioni con radio e magazine, approda ad Adnkronos con cui collabora per oltre 10 anni. Rientrata a Roma nel 2014, col marito diplomatico e i due figli, è attualmente impegnata nelle attivita’ della No-Profit “US-Italy Global Affairs Forum” in veste di corrispondente da Roma e coordinatrice di progetti bilaterali.

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