di Maria Teresa Pastore d’Avino e Eleonora Mancini Durante Mangoni
Il 19 e 20 giugno scorsi si è svolto a Ginevra l’annuale incontro della EUropean Foreign Affairs Spouses Association (EUFASA), il trentaduesimo meeting dedicato all’ ”associazione delle associazioni consorti”: un grande tavolo di confronto sulle problematiche che le associazioni delle famiglie MAE europee si trovano a individuare e ad affrontare a sostegno dei soci.
L’incontro di quest’anno si è però tenuto in condizioni particolari e non del tutto felici. L’ordine di successione aveva affidato l’organizzazione del meeting 2016 all’Associazione delle Famiglie di European External Service, confidando nel supporto delle istituzioni di Bruxelles. Purtroppo i nostri colleghi EEAS impegnati nell’impresa hanno riferito che, nonostante i tentativi, non è stato loro concesso alcuno spazio adatto a svolgere la Conferenza. Per far fronte all’emergenza, in via del tutto eccezionale e con il supporto dell’associazione svizzera, l’incontro EUFASA 2016 si è tenuto a Ginevra. La discussione è stata interessante, il confronto proficuo, ma svincolare la Conferenza dal filo naturale che nei suoi 32 anni di storia l’ha sempre legata alle istituzioni e alle loro sedi, ha segnato una distonia in un rapporto che sembrava consolidato. Proprio per sottolineare questo “decalage”, si è deciso di chiamare l’incontro del 2016 non “Conferenza” ma semplicemente “Annual Meeting”.
C’è però speranza per il prossimo anno: la Finlandia, con buona disposizione del suo Ministero degli Esteri, è felice di ospitare EUFASA ad Helsinki. E da lì ripartiremo con il conto della XXXII Conferenza, avendo ben presente la necessità di una comunicazione più efficace con le istituzioni sia nazionali che europee.
Con lo spirito di chi tenta insieme agli altri di salvare il salvabile siamo partite per Ginevra, forti della nostra delega dall’ACDMAE: Eleonora Durante Mangoni, con qualche esperienza già maturata per aver seguito le precedenti tre Conferenze – tra cui la XXX, svoltasi al nostro MAE, assieme a due grandi esperte della materia come Francesca Vattani e Ilaria de Franchis – e Maria Teresa d’Avino, alla sua prima uscita ma forte di solide competenze legali e di uno sguardo lucido sulla realtà. Al di là degli aspetti operativi, incontrarsi in EUFASA è sempre una grande gioia: i visi riemergono dalla memoria ogni volta più definiti, le storie di ognuno, così simili per tutti, proseguono nei racconti iniziati l’anno precedente e la consapevolezza di essere vicini, europei, accumunati nelle stesse piccole grandi imprese del nostro peculiare quotidiano arricchisce, conforta, ispira. I lavori di Ginevra hanno visto in primo piano l’urgenza di affrontare i problemi connessi all’occupazione: la possibilità di crearsi o di mantenere una professione e di costituirsi una pensione con risorse proprie (e non solo provenienti dalla buona volontà del dipendente cui si è a carico) è quanto chiedono indistintamente i soci di tutti i Paesi. La richiesta, va sottolineato, non è tanto di natura economica, ma riguarda piuttosto la necessità di una politica di supporto alla nostra occupazione in accordo con le istituzioni nazionali ed europee, questione per cui sta maturando la sensibilità in più di un Paese. Va anche sottolineato che le associazioni sono ben consapevoli che le normative e gli iter burocratici sono complessi da cambiare, ma ciò non dovrebbe scoraggiare dall’intraprendere un dialogo costruttivo con le Amministrazioni e non solo.
Ma a che punto sono le varie Associazioni in relazione a queste problematiche? E’ sembrato a tutti necessario interrogarsi, a Ginevra. Uno dopo l’altro, i delegati hanno descritto sinteticamente lo “stato di salute”di cui godono le rispettive associazioni, facendo emergere varietà di quesiti, soluzioni e risorse. Ecco le testimonianze più significative.
Nel Regno Unito, ci dicono le delegate inglesi, il cammino percorso è notevole: la Diplomatic Service Families Association coincide con un vero e proprio Family Office che sviluppa importanti progetti di supporto alle famiglie, è divenuta negli anni una realtà strutturata che impiega proprio i consorti in patria e all’estero, dispone di un cospicuo budget annuale garantito dallo Stato e dedicato alle politiche per la famiglia. Le istituzioni anglosassoni, grazie all’impegno pluridecennale della DSFA, da sempre vedono i consorti come una risorsa professionale, considerano un vero e proprio lavoro l’essere di supporto alle attività di rappresentanza e promozione del Paese svolte nelle Residenze e alla gestione di queste ultime. Garantiscono inoltre corsi di formazione e aggiornamento ed in generale favoriscono l’occupazione dei consorti con mezzi e politiche efficaci in patria e all’estero.
L’ Association Française des Conjoints d’Agentes du MAE dispone di una solida struttura messa a disposizione dal Ministère des Affaires Étrangères, affiancata da un numero enorme di volontari in Francia e nel mondo. Svolge tradizionalmente un capillare lavoro di assistenza alle famiglie all’estero, con inventiva, interpellando le istituzioni ma allo stesso tempo facendo accordi indipendenti: date un’occhiata al sito dell’AFCA (www.afcamae.com), ai numerosi punti “accueil” in tutto il mondo e al notiziario “Les carnets de l’AFCA”! Oltre a benefici simili a quelli della nostra legge Signorello per i dipendenti pubblici, l’AFCA ha firmato un accordo con il CINDEX (www.cindex.asso.fr), rete di oltre 50 grandi aziende private francesi: le aziende CINDEX, in cambio di benefici fiscali, concedono ai Conjoints un’aspettativa per il periodo in cui essi seguono il dipendente all’estero.
Le Associazioni di Svizzera, Olanda, Francia, Germania hanno da tempo ottenuto che presso le Amministrazioni si costituisse una banca dati delle professionalità dei coniugi a seguito. Ciò permette di individuare rapidamente le professionalità disponibili in una data sede e di avvalersene in caso di necessità. Alla fin fine, chiosa un delegato, i consorti costituiscono comunque una spesa per lo Stato, un delitto non avvalersi delle loro competenze quando necessarie!
Portando la nostra esperienza all’attenzione dei colleghi, abbiamo sottolineato come la nostra Associazione sia stata sempre una realtà estremamente vitale, fatta essenzialmente di soci volontari. L’ufficio – attrezzato e messo a disposizione dal Ministero, che riconosce utilità sociale all’ACDMAE pur senza concederle alcun accredito specifico – è da sempre un punto di riferimento per chi rientra in Italia e per chi è in partenza per una nuova sede. Tra i traguardi raggiunti sul fronte lavoro, annoveriamo con orgoglio la Legge Signorello, ma è anche vero che dopo quel 1981 si è rivelato difficile compiere passi altrettanto significativi. Al momento, non rientra tra gli impegni dell’Amministrazione alcun supporto all’occupazione dei consorti né in Italia né all’estero né, nonostante i tentativi fatti in passato, è stato mai raggiunto alcun accordo con l’impresa privata che facilitasse in maniera davvero significativa l’ingresso dei consorti nel mondo del lavoro.
Ovviamente il panorama emerso durante il Meeting è vario: ci sono Associazioni che stentano a costruirsi un’identità, a sviluppare un dialogo con le istituzioni, ad attrarre i potenziali soci e a fare “networking”. O che, al contrario, hanno sofferto di un Ministero troppo efficiente nella gestione delle problematiche familiari, svuotando le Associazioni di significato, sostituendole in tutto e per tutto. Non è forse un bene?, chiediamo. Fino a un certo punto, ci rispondono: la burocrazia rappresenta gli interessi dell’Amministrazione, non quelli delle famiglie: un impegno equilibrato e condiviso tra consorti e burocrati risulta la formula migliore. Altrove, le recenti crisi economiche hanno fatto sì che le Associazioni di alcuni Paesi congelassero ogni attività per assenza di fondi e risorse.
Interessante è stato l’intervento ed il confronto con Francesco Caleprico, “guest star” del meeting, funzionario italiano responsabile per “Rights and Obligations” presso European External Action Service, il servizio diplomatico dell’UE. Caleprico, comunicatore efficace ed interessante, ha sottolineato la necessità di una cooperazione più incisiva tra gli Stati membri e l’EEAS al fine di aumentare le opportunità per i familiari al seguito ed ha suggerito di inserire questo argomento all’ordine del giorno nei prossimi vertici tra i Responsabili delle risorse umane MAE europei e dell’EEAS. “Se l’Unione Europea – aggiunge Caleprico – non ha la facoltà di stabilire un “minimo sindacale” che imponga un’unità di trattamento per i familiari al seguito nei diversi Paesi europei, pur tuttavia i vertici amministrativi dell’EEAS e i responsabili dei corrispondenti Uffici si incontrano periodicamente per individuare e incoraggiare le migliori soluzioni”. Intanto, le good practices dell’EEAS non possono che destare interesse: i consorti sono considerati anche qui una risorsa, se all’estero hanno le competenze richieste ed i posti sono vacanti vengono incoraggiati a lavorare all’interno della struttura e, quando ciò non fosse possibile, sono sostenuti nella ricerca di un lavoro da un efficace network verso l’esterno. Per questo – aggiunge Caleprico – di non poco conto anche per i “cugini” UE la questione dell’immunità diplomatica, che in alcuni Stati è incompatibile con il locale diritto del lavoro.
Dalla discussione conseguente è emerso che, pur non volendo gravare sulle istituzioni più di quanto opportuno e realisticamente permesso dalle normative, è estremamente importante avere da queste una altrettanto realistica considerazione del peculiare status dei consorti e di come un incentivo alla loro occupazione possa essere una risolutiva chiave di volta. E anche qui, qualche buona pratica: la Svizzera e la Francia hanno recentemente riconosciuto status legale al consorte e adottato una politica comprensiva per l’ “accompanying partner” o “collaborateur occasionel du service public”, ovvero il partner coinvolto in vario modo in eventi e missioni di carattere professionale.
Questo, laddove per molte Amministrazioni l’impegno pressoche giornali ero profuso per feste nazionali, ospitalità a delegazioni, partecipazione attiva a eventi, promozioni, commemorazioni, progetti … non rientra in alcun sistema di prestazioni e servizi svolti dai consorti, ma semplicemente nella quotidianità ordinaria di vivere accanto a un marito, un compagno, guardacaso …diplomatico.
Seppur il tema “lavoro” occupa un posto predominante nell’agenda EUFASA, altrettanto forte è l’impegno in ambiti pure importanti e necessari. Uno di questi riguarda l’attività svolta da EUFASA a supporto dei “nuovi arrivati” in una sede straniera. Continua infatti la redazione di appositi dossier relativi a varie capitali, messi a punto dagli Welcome Team EUFASA, gruppi di volontari che condividono le informazioni disponibili e le mettono a disposizione dei nuovi venuti. Nel sito EUFASA c’è una pagina online appositamente dedicata in cui i Post Report in lingua inglese di ben 13 capitali sono a disposizione degli utenti. Anche il nostro progetto www.postedto.com rientra in questa attività e costituisce il primo tentativo di realizzare Post Report interattivi e online. Alla pagina su Roma, si è recentemente aggiunta la pagina su Lisbona.
Al termine dei lavori, si è soliti affidare alla Chair del Meeting la stesura di una lettera da presentare ai vertici dei rispettivi Ministeri, con un sunto dei contenuti trattati e qui esposti e le raccomandazioni emerse dal confronto. La lettera è giunta dopo l’estate e la Presidente Sofia Marras ha già provveduto ad inviarla al Segretario Generale, Ambasciatrice Belloni. Chi fosse interessato, può leggerla sulla pagina online di ALTROV’È cliccando sul link relativo.
L’appuntamento è ora per il prossimo anno. La speranza è quella di poter aggiungere altri “goal” importanti a questo cammino condiviso. ARRIVEDERCI ad HELSINKI!
Qui, la lettera di raccomandazioni inviata dalla chair di EUFASA ai vertici delle Amministrazione dei Ministeri degli Esteri europei a conclusione dell’ Annual Meeting 2016: leggi
Maria Teresa Pastore d’Avino
Mi chiamo Maria Teresa Pastore d’Avino, sono avvocato, anche se ho vissuto, in questi ultimi 30 anni, prevalentemente all’estero. Di recente eletta vicepresidente ACDMAE, intendo fornire, per quanto possibile, un servizio di informazione sulle norme che incidono maggiormente sulla vita di noi consorti. Nell’immediato, il mio obiettivo e’ comprendere le novita’ contenute nella riforma, per quello che interessa noi consorti, al fine di chiarirle a chi si rivolge all’ACDMAE. Saro’ anche, insieme a Eleonora Durante, membro delegato presso l’EUFASA. Canto, con soddisfazione, nel coro dell’ACDMAE.
Eleonora Mancini Durante Mangoni
Una laurea in Lingue e Letterature Straniere e una specializzazione all’Università Statale di Mosca, poi vari anni di lavoro nell’ambito della comunicazione e promozione del “made in Italy” all’estero. Ha collaborato con scrittori e giornalisti in progetti editoriali, conducendo lo studio dei materiali di ricerca in lingua russa. E’ membro del Consiglio dell’ACDMAE, si occupa del Notiziario, di EUFASA e del sito www.POSTEDTO.com