di Nicole Ludwig Nicolaci
Con un sorriso leggero sulle labbra, né finto né esagerato, osservo la sala piena di persone, facendo piccoli passi mentre cerco di non scivolare sul pavimento lucido. Le mie mani sono gelate, faccio respiri profondi. Sono al Circolo degli Esteri, la prima serata con uno sfavillante tocco di ufficialità nel mondo della diplomazia italiana. Non è certo la mia prima uscita serale, ma questo aperitivo segna simbolicamente l’apertura di un nuovo capitolo di vita in una nuova città: Roma.
“Tranquilla tesoro, devi solo rilassarti”, sento la voce pacata di mio marito come una musica di sottofondo e prima ancora di potergli rispondere, siamo già circondati dagli altri ospiti: il giovane corpo diplomatico tedesco incontra quello italiano, appena entrato in carriera. Per me, in quanto tedesca, è un’occasione fatta quasi su misura per brindare e festeggiare. Tenendo stretto il mio bicchiere di prosecco, chiudo per un attimo gli occhi. E mentre il vice-capo missione tedesco dà a tutti il benvenuto, scorrono veloci nella mia mente le immagini dei nostri primi mesi romani.
Siamo arrivati da Torino a inizio settembre, in una tiepida giornata soleggiata. Con un po’ di affanno e una marea di valigie, ci siamo subito diretti al nostro nuovo indirizzo. “Guarda amore, questa sarà la tua nuova casetta”, avevo spiegato al nostro bimbo di appena un anno, mostrandogli le finestre del secondo piano.
Dopo un trasloco piuttosto faticoso, ci attendevano le meraviglie della Città Eterna. Mi sembrava proprio una bella ricompensa. E così le prime settimane erano trascorse serenamente, tra l’attesa per il primo incarico al Ministero di mio marito e la scoperta del nuovo “ambiente”.
Ripensando a quei momenti, ammetto che il mio essere nuova in tutto – neo consorte, neo mamma, neo residente a Roma – è stato a tratti divertente ma anche tanto difficile. Dopo i primi tempi di entusiasmo e smarrimento, la quotidianità prese il sopravvento in famiglia: con un bimbo piccolo e un marito per lunghe ore in ufficio, rimanevo in casa con tante domande e ben poche risposte. Che ruolo avrei dovuto svolgere nella nuova vita al seguito di un diplomatico? Che cosa avrei dovuto fare in questa città o altrove? Dove avrei potuto incontrare altre persone nella mia stessa situazione? Inoltre, il pensiero di come trovare un eventuale sbocco professionale cominciava a farsi avanti benché avessi intuito, ancor prima di sfiorare il mondo della diplomazia, che la possibilità di lavorare poteva essere una questione molto complessa da risolvere per chi, come me, decideva di seguire la carriera del consorte.
La prima bella sorpresa, tuttavia, arrivò di lì a poco quando, in modo del tutto casuale, io e mio marito scoprimmo che il palazzo del Ministero degli Esteri ospitava tra le sue mura anche un asilo nido e quest’ultimo avrebbe riaperto i battenti a breve, dopo una temporanea chiusura. Cercai di approfondire quell’informazione che ci era arrivata all’orecchio… Ma neppure Internet diceva molto di più. A rendere tutto più difficile il fatto che non conoscevo nessuno e quindi non sapevo a chi rivolgermi.
In breve capii che, mentre un giovane diplomatico è catapultato immediatamente nel suo nuovo mondo, il partner al seguito vive una realtà ben differente, specie se di diversa nazionalità. In questo caso, infatti, Roma al pari di un’altra sede “estera”, diventa lontana e sconosciuta come lo potrebbe essere una qualsiasi Capitale oltreoceano.
Senza sapere veramente perché, in una delle mie lunghe giornate a parlare con me stessa allo specchio, digitai due parole chiave su Google: “Farnesina” e “Consorti”. Come se avessi recitato una formula magica, mi si aprì una porta fino a quel momento nascosta: mi ritrovai sul sito web dell’ACDMAE! Non avevo mai saputo prima dell’esistenza di un’Associazione di Consorti dei Dipendenti della Farnesina. Piena di aspettative ho chiamato, senza perdere un attimo, la Segreteria e, altrettanto velocemente, ho bussato a quella porta con la sensazione che poteva esser la strada giusta per stabilire i miei primi buoni contatti. Non mi sbagliavo.
Trovare finalmente un interlocutore attendibile, assieme a una piccola rete di salvataggio ha rappresentato per me, alle prime armi in tutto, una grande svolta. In quell’ufficio, infatti, sono stata accolta subito con grande calore da signore gentili e disponibili che hanno risposto alle tante domande e curiosità che avevo, aiutandomi a superare la timidezza iniziale. E’ stata un’esperienza inattesa e indimenticabile.
Da quel giorno, la Farnesina ha smesso di essere ai miei occhi solo un palazzo austero e freddo ed è diventata anche luogo d’incontro e d’aiuto. L’ ACDMAE infatti mi ha aperto le porte, sempre affettuosamente, in ben altre occasioni. Ricordo, per esempio, l’interessante incontro all’Università La Sapienza, un concerto sublime a Piazza Navona e, ancora, la colazione con il Gruppo Formazione & Lavoro dove ho conosciuto altre amiche. E così, piano piano, la città ha iniziato a mostrarmi un volto nuovo e più aperto tanto che, tra piccole sorprese e grandi scoperte, per fortuna ho cominciato a sentirmi a casa. In questo – lo ammetto – è stata determinante anche la risposta positiva dell’asilo nido del MAE dove sto tuttora seguendo l’inserimento di mio figlio: completamente rinnovato e gestito da personale competente, secondo metodi montessoriani, l’asilo è diventato un punto di appoggio insostituibile nella gestione del quotidiano in una città complessa come Roma.
Nuove amicizie che condividono la mia esperienza di vita, dunque, e un valido aiuto come il nido per mio figlio mi consentono ora di immaginare anche altre prospettive per la mia vita romana.
Certo, la strada per centrare l’obiettivo professionale è ancora in salita, ma vedo un sentiero sempre più chiaro davanti a me.
Quante cose sono cambiate da quella serata di settembre che ha dato il via alla mia vita romana e a questo racconto! Vi ritorno col pensiero e rivivo quella che ero, come mi sentivo, il senso d’isolamento e il disagio che provavo. Allora rivedo mio marito che conversa con altri giovani diplomatici, italiani e tedeschi: sono emozionati quando il vice Ambasciatore li invita ad alzare i calici per brindare all’amicizia. E rivedo me stessa brindare all’autentica amicizia europea, alla Farnesina e alla nostra nuova vita. Non immaginavo ancora che quel buon augurio mi avrebbe presto portato a incontrare l’Associazione, nuove amicizie ed entusiasmanti avventure nella Città Eterna. Città in cui ora – se ci penso bene – non mi sento già più così straniera.
Nicole Ludwig Nicolaci
Nata a Francoforte e cresciuta a Praga, si è laureata in filosofia, storia e italianistica presso l’Università di Friburgo, in Germania. Dopo gli studi si trasferisce in Italia con il marito che è appena entrato in carriera. A Roma decide di approfondire la sua formazione umanistica e si iscrive alla seconda edizione del Corso di Alta Formazione ACDMAE- Università La Sapienza, “Donne, pace e mediazione”. Oltre lo studio, le sue passioni sono le lingue straniere e la scrittura. Mamma di un bimbo da poco entrato al nido della Farnesina, Nicole è la “matricola” più giovane dell’ACDMAE e le diamo il benvenuto sulle pagine di Altrov’è.
Complimenti cara Nicole. Un abbraccio 🤗
Rinnovo anch’io i miei complimenti a Nicole per essersi buttata con grande coraggio e dedizione in quest’avventura. E’ stato il suo racconto, peraltro, a farci riflettere su quanto ACDMAE possa esser importante nel suo ruolo di “trait d’union” tra l’Amministrazione e le famiglie dei funzionari. Nel suo piccolo, anche questo Magazine-Notiziario intende dar voce alle tante “Nicole” che ogni anno sbarcano a Roma, magari senza mai averci vissuto prima. E aiutarle. Brava Nicole!!!
Ottimo articolo, Nicole. Veritiero e sincero, con tanti ricordi che tutte condividiamo. Grazie! Brava!
Benvenuta Nicole ! Quando l’asilo nido ti restituirà del tempo libero guarda anche alle attività culturali dell’ACDMAE : da ottobre prenderanno il via i nuovi programmi di Insieme a Roma, seguendoli scoprirai i vari volti della Città Eterna.
Se poi ti piace camminare, potrai venire con me ed alcune consorti di colleghi stranieri per esplorare ogni mese il centro storico e i suoi segreti (compresi i Caffè..). Ti consiglio anche di tenere d’occhio i programmi, gli incontri, le presentazioni di libri, i concerti – talvolta patrocinati dalla nostra Associazione – che si tengono al Circolo del MAE. Se tuo marito ne è socio, diventalo anche tu se ti piace giocare a tennis, fare ginnastica, nuotare in piscina d’estate o rilassarti con tuo figlio sui prati lungo il Tevere..
Mille auguri da una veneziana (perciò il mio passo è veloce) vecch-issima socia di ACDMAE e del Circolo, tua Francesca Vattani
Brava Nicole…a presto!!!
Vi ringrazio per le vostre parole che mi hanno fatto molto felice.