Come ogni anno, l’imminenza della pausa natalizia costituisce il motivo per trarre bilanci e prospettare piani per i successivi mesi.
Con riferimento ai bilanci, è il caso di volgere uno sguardo indietro, al novembre del 2017, quando abbiamo iniziato il percorso dell’attuale consiglio direttivo. Il 2019, scadenza naturale del mandato, ci sembrava lontano, ed eccoci qua, ci siamo arrivati in un batter d’occhio. Con franchezza e trasparenza va detto che non è stata una strada priva di ostacoli. Il che, in un sistema complesso, non deve certo meravigliare. Piuttosto, il contrario.
Con il passare del tempo l’associazione ed i suoi componenti sono fisiologicamente evoluti. Tenere in maniera sostenibile coeso un gruppo eterogeneo non è scontato, pur essendoci impegnate ad essere il più possibile inclusive. Questo, nella consapevolezza della sfida, come dicevo, di tenere quanto più concretamente unito, pur nelle diverse sensibilità ed aspettative i soci. Dove è naturale, direi umano, che vi siano visioni e, ripeto, sensibilità non necessariamente coincidenti.
Certo, devo dire che se dovessi iniziare adesso da zero, la linea seguita – o meglio la filosofia che ne ispira l’azione – non sarebbe stata dissimile. Questo, e qui siamo al punto più importante della mia comunicazione, per una ragione oggettiva. E tale ragione è la convinzione, anzi, la constatazione che l’evoluzione del contesto internazionale, e di conseguenza interno, con tutto ciò che questo comporta sul piano della nostra specifica dimensione, richiede un approccio commisurato a tale evoluzione. Sulla quale immagino che non occorrano soverchie parole per illustrarla. È pienamente visibile e percepibile da tutti. Volenti o nolenti siamo transitati, per usare un’espressione mutuata dalla tecnologia, dall’analogico al digitale.
Detto ciò, le intenzioni nostre restano, seppur in un nuovo contesto, quelle originarie della nostra associazione; fra tutte, la più sensibile resta il dialogo con l’amministrazione per far sentire la nostra voce. Su diversi piani: a cominciare da quello, per esempio, della politica del personale, a sostegno delle esigenze della categoria che rappresenta. Per ottenere condizioni più favorevoli a una qualità professionale collimata al meglio con percorsi di carriere che evolvono in sintonia con l’evoluzione dei parametri della comunità diplomatica internazionale. Ognuno di noi sa benissimo che le condizioni operative in una sede all’estero presentano caratteristiche sensibilmente diverse oggi rispetto, per esempio, a venti anni fa, forse anche a dieci.
Fatta questa premessa, soffermiamoci sulle sfide attuali. Pur con questa consapevolezza, necessaria, o meglio indispensabile, per poter tracciare una road map efficace, la strada non è in discesa per noi tutti. Gli obiettivi ambiziosi e complessi non si raggiungono in pochi mesi e, alcune volte, nemmeno in pochi anni. L’importante è impegnarsi sulla medesima strada, come abbiamo cercato di fare, e mantenere la concentrazione sui traguardi prefissati.
Durante questi due anni, ci siamo sforzate in questo senso, e posso dire di essere soddisfatta e orgogliosa della squadra che mi ha affiancato. Alle consigliere e compagne di avventura va dunque il mio affettuoso ringraziamento. Per il lavoro svolto, per l’impegno nella nostra associazione, per le tante ore di lavoro che ci hanno donato e per tutto il loro supporto. È stato per me un orgoglio avervi con me in questa strada. Il mio ringraziamento va anche a coloro che, dialetticamente, hanno espresso punti di vista critici e dissenzienti: ci hanno aiutato, in alcuni casi, ad affinare la riflessione sulla strada intrapresa e, quando è stato necessario, a cambiare idee e convincimenti.
Nel momento che scrivo queste linee un nuovo consiglio direttivo è stato eletto. Il voto è stato un riconoscimento al lavoro della squadra e questo mi rincuora. Perché come ho detto, la strada resta lunga; le sfide nuove, imprevedibili, non mancheranno. Continueremo a perseguire traguardi ambiziosi, consapevoli che il risultato del voto conferma che vi è una più che rispettabile convergenza sulla visione che il Consiglio ha del ruolo dell’Associazione e sulle sfide che la nuova realtà “digitale’ ci impone.
Vorremo dunque continuare ad impegnarci in diversi settori sensibili per la nostra vita professionale, sociale e familiare. L’Amministrazione, nelle sue differenti componenti, si è finora mostrata disponibile a collaborare, in maniera costruttiva. L’interazione con il DID, il Global Mae e il sindacato ci ha rafforzato, anche perché gli auspici e gli obiettivi di consorti e funzionari del MAE sono per taluni aspetti le medesime dei membri dell’ACDMAE.
Perciò, adesso che è il momento di fare le “new year resolutions” vorrei auspicare per noi un futuro di lavoro orientato a risultati concreti con gli amici soci e consiglieri. Desidero altresì rivolgere un affettuoso augurio a tutti, con l’invito ad una partecipazione, diretta e indiretta, per chi è fuori sede, alla nostra attività, auspicando che tutti continuino a rapportarsi attivamente a quest’ultima, sia con il proprio sostegno, sia con suggerimenti che possano aiutarci a migliorare.
Grazie e Buone feste.
Nancy Milesis Romano
E’ nata in Argentina ed è diplomata in pianoforte e canto. Dopo un decennio negli Stati Uniti si trasferisce in Italia, dove si specializza in musica barocca. A Kiev studia Direzione d’orchestra. E’ fondatore e direttore dal 2008 del Coro dell’ACDMAE e del “Kiev Baroque Consort”. E’ direttore artistico dell’Italia Festival Barocco.
Oggi è Presidente dell’ACDMAE.