Capolavori “on the road”, la Basilica papale di San Paolo fuori le Mura

Un imponente quadriportico finemente decorato di mosaici brilla ai raggi del sole sprigionando una luce davvero inusuale a novembre. Stiamo per entrare nella Basilica papale di San Paolo fuori le Mura, generalmente considerata una delle Basiliche più belle della Città Eterna, seconda in grandezza solo a San Pietro in Vaticano. Nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, siamo riuscite ad organizzare questa visita e nel gruppo – numeroso ma rigorosamente “distanziato” – si respira la soddisfazione di chi ha vinto una bella sfida ed è felice di potersi rincontrare di fronte a tanta bellezza. Il sito monumentale di San Paolo Fuori le Mura (perché si trova sulla Ostiense, a circa 2 chilometri dalle mura Aureliane) racchiude storia, legende e opere d’arte di valore inestimabile che con la nostra guida abbiamo avuto il piacere di scoprire.

Il sole continua ad accompagnarci mentre attraversiamo il giardino per accedere all’interno del complesso di origine medioevale, ugualmente decorato da preziosi mosaici, su tutti quello dell’Abside con il grandioso Cristo Pantocrate, miracolosamente scampato all’incendio del 1823 che colpì duramente la Basilica.

Al suo interno ritroviamo i due magnifici altari laterali in malachite e lapislazzuli donati dallo Zar Nicola II, sormontati da splendidi affreschi e dall’Altare maggiore di fronte al quale è stato posto il trono su cui siede il Santo Padre durante le sue visite. Prima di percorrere insieme l’immensa navata centrale, abbiamo ammirato la Porta Bizantina risalente all’XI secolo e composta da 54 formelle bronzee fuse a Costantinopoli, che rievocano episodi di vita del Cristo, dei Profeti e degli Apostoli. E’ una delle tante meraviglie che questo posto ha in serbo per i visitatori. In fondo alla navata ritroviamo il famoso ciborio per l’Altare maggiore, opera superba compiuta da Arnolfo di Cambio nel 1285, quando questi era tra i protagonisti della scena artistica romana. L’edicola, in stile gotico e con chiare influenze francesi, poggia su quattro colonne in porfido. La struttura, elegante e lineare, sovrasta la Confessione e ricopre la scala che porta alla tomba di San Paolo protetta da catene che, si dice, siano le stesse che legarono il Santo.

Il clima straordinariamente mite ci ha permesso di approfittare appieno del fascino irresistibile dei giardini esterni, perfettamente disegnati e incorniciati dal candido colonnato bianco. Il contrasto di colori è netto e ci balza agli occhi nonostante il riverbero accecante del sole. Solo due anni fa era stato inaugurato un nuovo allestimento per valorizzare il chiostro e i preziosi resti dell’area archeologica, dove è fedelmente ricostruita la storia “stratificata” di questo sito. L’area è purtroppo chiusa in questa stagione, ma la Basilica in tutto il suo splendore è riuscita benissimo a farci dimenticare, per una mattina, il difficile momento che stiamo vivendo.

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