di Svetlana Sharapa Zazo
Il gruppo Insieme a Roma ha senza dubbio risentito dello stop forzato imposto dalla situazione sanitaria degli ultimi mesi. Con la chiusura dei siti museali, infatti, tutte le attività sono state sospese e, di conseguenza, non riusciremo a completare i nostri programmi.
Questa situazione, che nessuno si attendeva minimamente, da una parte ha inferto un duro colpo al nostro calendario, dall’altra, invece, ci ha dato un’enorme grinta e voglia di fare per potervi offrire, il prossimo anno, ancora tanti scorci delle bellezze della Città Eterna.
Guerre, crisi, rivoluzioni, pandemie: Roma è sempre lì, un porto tranquillo, una certezza da migliaia di anni, che non attende altro che riaccoglierci con le sue meraviglie. E noi non aspettiamo altro, infatti stiamo già lavorando per organizzare un “fuori programma” all’aria aperta, in un sito ancora da definire (in questa città così ricca di arte, di storia e di parchi avremo solo l’imbarazzo della scelta) per poterci rivedere e salutare prima dell’estate.
Intanto, in attesa di rivederci per davvero, abbiamo anche noi corretto il tiro: lo scorso 25 maggio una ventina di soci hanno seguito con interesse l’incontro “virtuale” con la storica dell’arte Giovanna Carrelli Palombi, professoressa che molte di noi già conoscevano per aver collaborato in passato con “Insieme a Roma”.
Con la sua art class sulla piattaforma Zoom – “Raffaello: Il Volto e i volti” – Carrelli Palombi ci ha accompagnato in uno splendido excursus sulla vita, le opere e l’influenza che questo grande Maestro ha avuto sulla pittura del suo tempo e dei secoli a venire, nonché su come artisti e filosofi dell’epoca hanno influito sulla sua produzione artistica. Una galleria d’immagini straordinarie ci ha illuminato sulla vita di Raffaello Sanzio (1483 – 1520) e su come le sue esperienze e le conoscenze acquisite si siano poi riversate in opere meravigliose, giunte a noi intatte nel loro significato intrinseco e che tanto ci svelano della personalità dell’artista e del mondo che lo circonda.
Fin da giovanissimo (lo si definiva “Maestro” già a diciassette anni), Raffaello ha sempre attribuito un’importanza focale al volto: sia per una ragione prettamente pratica, in quanto era uso realizzare ritratti su commissione, sia, soprattutto, perché ha sempre avuto la capacità di cogliere la dualità di ogni viso, fosse di un maggiorente o di una Madonna, che sempre svela e non svela, che sempre ha un lato misterioso da cercare per trovare il vero tutto.
E di volti Raffaello ne ha dipinti tanti, madonne, filosofi, amici, nobili: la prospettiva del volto è per lui d’importanza fondamentale, tanto da risultare il punto focale di tutte le sue opere, anche dei grandi affreschi collettivi, la cui struttura riporta sempre l’attenzione ai visi dei personaggi, e, quindi, in definitiva alla loro essenza intrinseca, vera “anima” delle scene rappresentate.
Ma Raffaello, considerato una “star” già al suo tempo, è anche un grande viaggiatore: gira le corti più importanti, incontra artisti e ha l’occasione di studiare le opere dei grandi del passato. Pinturicchio, Piero della Francesca, Giusto di Grand, Hans Memling, Melozzo da Forlì, Mantegna, Perugino, Leonardo, Michelangelo, Durher, tutti hanno un’influenza sul suo modo di vedere il mondo e, di conseguenza, di rappresentarlo.
E la rappresentazione del mondo di Raffaello, come ha sottolineato Carrelli Palombi, è sempre improntata ad una visione serena del fatto descritto: pur non essendo mai statici i corpi e i volti dei protagonisti delle sue opere, ma sempre resi nella loro dinamicità (più sottile di quella michelangiolesca, ma assolutamente presente) essi ci appaiono inquadrati in una rigorosa architettura dello sfondo, a rappresentare, nella assoluta compostezza dello schema, una situazione i cui confini, ben definiti, lasciano fuori le paure, le angosce e le incertezze del mondo.
La pandemia ha purtroppo spento i riflettori sull’importantissima ricorrenza dei 500 anni della morte di questo grandissimo artista, e sulle migliaia di eventi celebrativi previsti nel mondo intero. Non sfugge però come proprio l’emergenza di questi mesi abbia contribuito a rendere Raffaello quanto mai “contemporaneo”. Se interpretiamo la sua arte in chiave del raggiungimento di una dimensione serena, infatti, il Maestro sembra volerci augurare la fine di questi tempi d’incertezza e confusione. Ed è così che Raffaello Sanzio conferma la sua immortalità: la sua opera conserva intatto quel messaggio, potente e sempre attuale, di cui l’umanità non può fare a meno.
Svetlana Sharapa Zazo
Nata in Ucraina, laureata in biologia e chimica, è sposata dal 2001 e ha due figli. Ha vissuto a Mosca, Roma e Canberra, dove ha fatto parte del gruppo UN Women per la promozione della parità di genere dando sostegno alle vittime di violenza domestica. Ama l’arte, la musica e la storia. Pratica yoga e gioca a tennis.
Oggi è membro del Direttivo e Presidente del Gruppo INSIEME A ROMA