di Marina De Antonellis Smimmo
Sempre più spesso sentiamo parlare di sostenibilità e di modelli economici responsabili e socialmente inclusivi. Ma cosa s’intende per sostenibilità o, meglio, per sviluppo sostenibile?
Ce lo siamo chiesti anche noi di ACDMAE cercando non solo di trovare buone risposte, ma di stimolare la curiosità e incentivare il confronto attraverso una serie di iniziative.
Contestualizzare brevemente la tematica prima di trattarla, tuttavia, non potrà che essere di aiuto.
Il concetto di “sviluppo sostenibile” è utilizzato per la prima volta nel 1987, in un rapporto di fine lavoro stilato dalla Commissione Brundtland allora istituita dalle Nazioni Unite per rispondere all’esigenza di salvaguardare l’ambiente in vista degli anni 2000. In Our Common Future – questo il titolo del rapporto – la Commissione definiva lo sviluppo sostenibile come “quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Una definizione che è stata ripresa più volte e, via via, precisata negli anni, soprattutto rispetto ai vari aspetti – economici, sociali e ambientali – che coinvolge. Con un lungo salto, arriviamo dunque ai giorni nostri. Dopo un ventennio d’impegni politici per la sostenibilità del Pianeta rimasti “sulla carta”, nel 2015 l’Assemblea delle NU – preceduta dal Summit Rio+20 del 2012, per convogliare cittadini e istituzioni verso nuove sfide – adotta l’Agenda 2030 e individua 17 obiettivi concreti (i cosiddetti ODS) per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile globale. Dietro l’adozione dell’Agenda c’è un’urgenza: farsi carico di problemi impellenti come quello della fame, della povertà e delle disuguaglianze che affliggono l’umanità, e trovare per davvero soluzioni. Problemi innescati dallo sfruttamento sconsiderato delle risorse, dallo sviluppo mondiale squilibrato e dal cambiamento climatico che l’esplosione della pandemia ha riproposto in tutta la loro drammaticità. Oggi, infatti, il perseguimento degli ODS è una necessità che non può più essere scavalcata: dobbiamo rivedere i nostri vecchi modelli di sviluppo – basati sullo sfruttamento intensivo delle risorse e sulla produzione indifferente al ciclo di vita del prodotto – e ripensarli in chiave circolare, riutilizzando cioè risorse ed energia, perché il Pianeta non ne dispone illimitatamente.
Si tratta di un cambiamento radicale del paradigma di crescita che, per non accentuare disuguaglianze e alimentare ulteriori squilibri, dovrà essere anche inclusivo. Come? Per esempio, prevedendo meccanismi come il Just Transition Mechanism, lo strumento che accorda finanziamenti ad hoc ai Paesi che si troverebbero in maggiore difficoltà (per la perdita di posti di lavoro e i prezzi elevati dell’energia pulita) se dovessero implementare velocemente la transizione verde richiesta anche il Green Deal europeo. Ogni transizione – che sia digitale o ecologica – presenta insomma dei costi indiretti per qualsiasi società, per questo si ritiene che sarebbe auspicabile un cambiamento culturale, di mentalità, ancor prima che economico. In questa prospettiva anche ACDMAE è scesa in campo per contribuire a sensibilizzare i suoi soci e farsi promotrice di una serie di eventi su questo tema.
Il primo di questi è stato ospitato il mese scorso dal Circolo degli Esteri e ci ha visto in prima linea, con l’Ufficio VI della Direzione Generale per le Risorse e l’Innovazione, nel sostenere l’iniziativa internazionale Green Embassies: shared responsibility for Insitutions and individuals nell’ambito della quale è stato presentato il piano d’azione Farnesina Verde per la promozione dei più alti standard ambientali nella nostra rete diplomatica e consolare. Il responsabile dell’Ufficio VI, Piergabriele Papadia, affiancato dalla nostra Presidente Milena Padula, ha fatto gli onori di casa ricevendo un folto parterre di diplomatici stranieri desiderosi di conoscere le varie iniziative ecologiche (alcune delle quali già attuate) di un piano che, anche su questo fronte, vede la Farnesina in pole position tra le amministrazioni concretamente impegnate per la sostenibilità.
Come sottolineato dal Consigliere Papadia, Farnesina Verde contiene una serie di best practices che possono diventare “un punto di riferimento non solo per le istituzioni, ma per tutti coloro che intendono dare il loro contributo alla rivoluzione verde”. Con il piano, infatti, “si è voluto anche garantire un canale attraverso il quale promuovere ed incentivare la collaborazione, il dialogo ed il confronto tra i singoli e le istituzioni a livello internazionale, con l’obiettivo di avviare un processo virtuoso di interscambio sulle iniziative in corso e sui progetti futuri”.
Gli interventi per aumentare l’efficienza energetica del Ministero (per esempio, installando pannelli solari e luci al LED) hanno interessato numerosi edifici che ospitano Ambasciate e Consolati della nostra rete, alcuni dei quali hanno già ottenuto la certificazione “carbon neutral”. Ancora, il MAE ha incoraggiato i comportamenti ecologicamente rispettosi dei suoi dipendenti con l’installazione di distributori d’acqua, l’uso delle bottiglie riciclate, la raccolta differenziata negli uffici e la riduzione degli sprechi energetici, mentre il progetto “Bike-Bike to work” sta promuovendo con successo la mobilità sostenibile del personale nei tragitti casa-ufficio. Secondo la DGRI, insomma, la Farnesina sta facendo molto per l’ambiente ma altro resta da fare, ragione per cui – ha ribadito la Presidente ACDMAE – “è quanto mai importante che la svolta green sia una responsabilità condivisa da tutti”.
A conferma dell’impegno in questa direzione, il calendario ACDMAE si sta arricchendo di appuntamenti anche nell’anno nuovo. In sintonia con il ciclo formativo organizzato da ACDMAE con Luiss, ateneo romano candidato a diventare il più ecologico d’Italia (n.d.r di cui parleremo in modo esauriente nelle prossime pagine) abbiamo proposto ai nostri soci – sempre il mese scorso, sulla piattaforma Zoom – l’incontro su “Insieme per una sfida globale: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile nel quotidiano” tenuto da Maria Gabriella Lay, socia fondatrice di ACDMAE, già rappresentante dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro alle NU. Quest’iniziativa ha permesso a molte di noi di comprendere meglio l’Agenda 2030 e i suoi obiettivi che – come ha sottolineato Lay – “non sono una mera dichiarazione d’intenti, ma uno strumento concretamente finalizzato a conciliare la crescita economica con il bisogno di renderla quanto più inclusiva e rispettosa dell’ambiente”. Il valore dell’Agenda risiede nel fatto di prevedere per ogni Paese sfide specifiche, secondo le sue condizioni di partenza, e meccanismi che incoraggiano la cooperazione (per esempio attraverso i partenariati) per evitare che qualcuno rimanga indietro. Inoltre, per cambiare veramente il paradigma di crescita “dovrà cambiare la nozione stessa di crescita” e questo implica, “l’abbandono dell’approccio quantitativo tipico dei modelli economici tradizionali, basati unicamente sui fattori di produzione e su indicatori come il Pil” che, invece, andrebbero integrati con indicatori nuovi, basati per esempio sulla qualità della vita e sul benessere della popolazione.
Cooperazione, circolarità, inclusività, equità saranno queste le parole-mantra degli anni a venire e il fatto che ACDMAE abbia accettato la sfida di accompagnarci in questa delicata fase di radicale cambiamento non può che rallegrarci e farcene sentire parte. Perché, come ha ricordato il Segretario Generale Guterres intervenendo al Palazzo di Vetro, “We can choose a path of isolationism, of mutual destruction, of a slow retreat of the human experiment, or we can forge together a new path, a sustainable and resilient path that changes the future of our planet”.
Marina De Antonellis Smimmo
Laureata in giurisprudenza all’università Federico II di Napoli, avvocato, ha esercitato la professione e ha lavorato come consulente per aziende pubbliche e private, tra un ciclo e l’altro di missioni all’estero del consorte. Nel 2018 ha conseguito un Master in Business Administration all’Università Cattolica di Buenos Aires e si è specializzata nella consulenza ad enti profit e non profit sui temi della sostenibilità e delle rendicontazioni non finanziarie (ESG). Ha vissuto in Tailandia, Marocco, Libano e Argentina, attualmente risiede a Roma con la famiglia. Socia e da poco consigliere dell’Acdmae cerca di dare il suo contributo e sostegno alle iniziative dell’associazione.