di Susanna Bonini Verola
Questa è una storia tutta al femminile. La storia di progetti innovativi e rischiosi, pensati con lungimiranza e partoriti con audacia. Progetti realizzati con caparbietà, come solo le donne sanno fare.
Le prime protagoniste dell’avventura sono tre “capitane coraggiose”. Amiche provenienti da esperienze umane e professionali diverse come Alessandra Marino, architetto e imprenditrice di successo nel settore della ristorazione romana. Emanuela Mafrolla, solidamente ancorata al mondo della progettazione europea, delle pubbliche relazioni e della comunicazione esterna. Nathalie Aalbers, storica dell’arte olandese, con l’Italia nel cuore e le relazioni commerciali nella mente. La cornice è una strada nel centro di Roma, Via della Frezza, immersa nella bellezza monumentale della Capitale, a due passi dal mausoleo dell’Imperatore Augusto. Duecento metri di selciato fra via di Ripetta e via del Corso che, a dispetto della posizione strategica, fino allo scorso anno erano specchio del degrado e dell’abbandono in cui si trova purtroppo buona parte della città.
Quattro anni di dribbling tra lungaggini burocratiche, difficoltà amministrative e diffidenze nei confronti del nuovo. Alla fine però le tre amiche e socie, grazie al partenariato pubblico-privato, ce l’hanno fatta e oggi, al posto del tavolino selvaggio, del marciapiede dissestato e dell’abusivismo c’è Fòndaco Roma, la prima “concept street” d’Italia e del mondo. “E’ un progetto di riqualificazione urbana unico nel suo genere perché – spiega Emanuela Mafrolla – non basta ristrutturare, bisogna anche valorizzare l’ambiente aprendo alla cultura, al commercio di qualità, riportando decoro urbano e quindi sicurezza ai cittadini”.
La formula, senza dubbio innovativa, ha lentamente trasformato Via della Frezza in un’infrastruttura culturale: “una strada–open Gallery, aperta a tutti i cittadini e a tutte le manifestazioni del bello e del buon gusto, in campo artigianale e artistico. Un modello – prosegue Mafrolla – di aggregazione e dialogo, che sarà senz’altro esportato”.
Fòndaco Roma rappresenta in concreto l’evoluzione del concept store lanciato a New York negli anni ’80 da Ralph Lauren come negozio, eterogeneo per gestione e offerta, dove il consumatore vive un’esperienza di shopping plurale che spazia dall’acquisto glamour, alla scoperta di nuove suggestioni culturali. Dal concept store, alla strada “polifunzionale”, tuttavia, il passo non è ne’ breve ne’ scontato. Fòndaco – come si chiamavano le case-magazzino anticamene usate dai mercanti – è infatti l’unica Srl capace di far convivere e di gestire le diverse anime di una strada che ospita sia iniziative culturali che attività prettamente commerciali come la boutique sartoriale, il pet shop, i negozi di accessori glam per l’ufficio e per il tempo libero, l’home design, la libreria, il Kitchen lab e la ristorazione di qualita’, la sala da thè e la cioccolateria. Una strada raccolta ed elegante, dove ogni dettaglio decorativo – dall’arredo urbano leggero, alla grafica minimalista che distingue i vari spazi – è pensato per mettere in risalto l’eccellenza del prodotto.
Ancor prima di esser ufficialmente inaugurata, la nuova Via della Frezza si è candidata a ospitare le iniziative fiore all’occhiello della Capitale, a partire dalla Festa del Cinema di Roma che quest’anno ha affidato a FÒndaco il suo red carpet e gran parte degli eventi corollario della kermesse. “Diventare la vetrina ufficiale della Festa è stato importante – sottolinea Mafrolla – perché ha fatto conoscere il nostro progetto di strada come hub culturale e location ideale per ospitare eventi di spessore, in sintonia con la nostra filosofia di strada-luogo di contaminazione”.
Dopo aver conquistato il mondo dell’arte e del design, l’offerta di Fòndaco ha agganciato con successo, con la Festa del Cinema, grossi nomi del teatro e della musica d’avanguardia, scrittori, fashion system e star del cinema. Tra queste ultime Simona Marchini, attrice impegnata e poliedrica, che in Via della Frezza ha voluto presentare la mostra “Trame d’Autore“, un esperimento di “contaminazione” giudicato tra i più interessanti della kermesse. L’idea forte, anche in questo caso, è quella della collaborazione artistica trasversale: portare l’arte contemporanea e i testi autoriali sul grande schermo in sei video-opere frutto dell’interazione tra sei artisti, sei scrittori e sei registi.
“Trame d’Autore fa parte di un progetto più ampio e profondo che molti artisti stanno portando avanti da anni e che mira – racconta l’attrice, ideatrice e promotrice del progetto – a difendere, lavorando insieme, un’identità culturale, non solo romana ma di tutto il Paese”. “Non volevo vivere solo un’esperienza singolare – prosegue – ma anche dare un segno piccolo ma forte della vitalità culturale di questa città, che esiste e che vuole esser riconosciuta”.
Collaborare per diventare più forti, trovare nuove forme di coesistenza armonica tra diverse espressioni artistiche, rispettare le sensibilità e il lavoro di tutti. Sulla base di questi valori condivisi il progetto di Marchini, attrice e gallerista a sua volta, ha trovato in Fondaco la sua “casa” ideale. Come per le socie di Via della Frezza, anche per lei “Trame d’Autore” è stata “un’impresa eroica”, prima ancora che un progetto per la Capitale e per il mondo. A confermarcelo è una nostra amica, Isabel Achaval – oggi a New York col marito, il Console Generale Francesco Genuardi – una delle protagoniste della mostra con il cortometraggio “47 anni,1 mese e 3 giorni” di cui ha curato la regia.
“E’ molto difficile far dialogare letteratura, arte e cinema in un unico linguaggio, quello audiovisivo, specie se l’obiettivo che ci si pone – spiega la regista – è quello di approdare a un risultato omogeneo, equilibrato e al servizio del racconto”. Achaval con “Trame d’Autore” ha avuto la fortuna di lavorare con un’artista del calibro di Marina Sagona, con la celebre scrittrice premio Pulitzer Jhumpa Lahiri e con la stessa Marchini, unica attrice di una video-opera drammatica e di straordinaria intensità. “Un’attrice con un coraggio eccezionale – sottolinea – perché si è messa in gioco anche lei, con tutti noi”, cioè con 18 persone tra artisti, scrittori e registi diversissimi tra loro.
Anche il progetto di Simona Marchini non si esaurirà a Roma ma sarà proposto all’estero, dove cercherà vetrine prestigiose come quella offerta da FÒndaco. A Roma restano però le ricadute positive di progetti che sono veri e propri “gesti d’amore” verso la Capitale, compiuti da donne straordinarie, capaci di portare innovazione e crescita.
Susanna Bonini Verola
Ha vissuto a Parigi, dove ha terminato gli studi, Bruxelles e Washington. Giornalista professionista e TV Producer, ha lavorato nelle trasmissioni di approfondimento di RaiNews24-Rai 3 e per i notiziari TV di Euronews (Lione). Dopo varie collaborazioni con radio e magazine, approda ad Adnkronos con cui collabora per oltre 10 anni. Rientrata a Roma nel 2014, col marito diplomatico e i due figli, è attualmente impegnata nelle attivita’ della No-Profit “US-Italy Global Affairs Forum” in veste di corrispondente da Roma e coordinatrice di progetti bilaterali.