IL PREZZO DELLA LIBERTA’ La domanda posta dalla guerra in Ucraina

di Raffaele Campanella

“E’ successo una volta, può succedere ancora.”

Quante volte è risuonato questo monito dopo la terribile tragedia della Shoah e quante volte è rimasto inascoltato. Abbiamo fatto spesso orecchio da mercante o abbiamo addirittura girato la testa dall’altra parte di fronte ai tanti episodi di antisemitismo, d’intolleranza e di sopraffazione. Li abbiamo derubricati a episodi marginali, a espressioni di delinquenza comune o addirittura di incoscienza giovanile mentre credevamo che in Europa imperassero ovunque, lo stato di diritto, il rispetto per gli altri, la democrazia, la convivenza civile, la collaborazione fra i popoli. Ed abbiamo fatto lo stesso con i tanti conflitti vicini e lontani, di cui ci parlavano le cronache giornalistiche.

Papa Francesco, ammoniva che la terza guerra mondiale era già in atto e si stava svolgendo sotto i nostri occhi “a pezzi”. Un po’ qua, un po’ là. In Asia, nel vicino e nel medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e in America Latina. Ma in Europa no, non era possibile. Avevamo goduto di oltre settant’anni di pace, di prosperità e di feconda collaborazione. Avevamo creato una vasta zona di cooperazione economica, di progresso sociale, di godimento di diritti civili, di abolizione delle frontiere, di moneta unica. Da un nucleo iniziale di sei paesi eravamo via via cresciuti fino a diventare ventisette e, anche se alcuni volevano uscire, altri bussavano alla porta per entrare e per far finalmente parte del club dei ricchi.

E invece di colpo l’orologio si è fermato. Anzi è tornato indietro.

“E’ successo una volta, può succedere ancora”. Dalla sera alla mattina ci siamo ritrovati – nell’incredulità generale – con la guerra alle porte di casa nostra, qua a due passi, in Ucraina. Un paese che dista da Trieste 1.300 chilometri circa, in pratica la stessa distanza che separa Trieste da Lecce. Un paese che improvvisamente ci è apparso nel suo eroismo, nella sua straordinaria capacità di resistenza ad un’invasione brutale e crudele.

Una domanda si è imposta subito a tutti noi: che prezzo siamo disposti a pagare noi europei per difendere le nostre libertà, le nostre democrazie e i nostri valori fondanti? Quali sacrifici sono pronte ad accettare in nome di questi valori le nostre società cresciute negli agi e in una sorta di incosciente spensieratezza? E i nostri giovani, che hanno studiato la storia di due guerre mondiali e forse si sono fatti anche un’idea delle guerre di Corea e del Vietnam e di tutti gli altri conflitti, piccoli o grandi, che in epoca più recente hanno insanguinato il Medio Oriente, la Libia e tanti altri paesi nel mondo, come reagiranno?

Qui si parrà la tua nobilitate” aveva scritto sette secoli fa Dante che aveva duramente provato sulla sua pelle quanto “cara” fosse la libertà in termini di sacrifici, di sofferenze, di rinunce. Sapremo noi europei ascoltare il suo monito e seguire il suo esempio? Sapremo essere all’altezza delle difficili sfide che ci attendono? Avremo la forza e il coraggio di pagare l’alto prezzo che comporta la difesa della nostra libertà?

Alcuni segnali di una maggiore coesione e di una più stringente unità fra noi e fra i paesi dell’Unione Europea sembrano bene augurare. Se non per convinzione, lo dovremo fare per necessità, come spesso capita nella vita degli individui e dei popoli. Ma la strada sarà lunga, accidentata, faticosa e “rischiarata” da un’unica certezza: nulla sarà più come prima.

Toccherà alle nuove generazioni prendere in mano il proprio destino e forgiare una nuova Europa che sappia affrontare da protagonista le sfide straordinarie che si presenteranno dopo lo stravolgimento dell’assetto mondiale imposto dall’assurda aggressione dello zar del Cremlino.

Raffaele Campanella

Diplomatico, scrittore e conferenziere, l’ambasciatore Raffaele Campanella si dedica da oltre vent’anni allo studio della “Divina Commedia” e delle altre opere dantesche.
E’ stato collaboratore dell’IILA, l’organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana,  presso cui ha coordinato i corsi di Alta Formazione in studi latinoamericani ed è stato in servizio, nell’arco della sua carriera, a Lima, Tel-Aviv, L’Avana, Parigi e Buenos Aires. E’ stato ambasciatore in Costa d’Avorio e in Lussemburgo, dove ha concluso la sua carriera diplomatica nel 2003.
Ha pubblicato i volumi “Riflessioni di un uomo comune” (2006), “Dante e la Commedia” (2011) e “Dante e il suo temp”o (2014). Le sue ultime due pubblicazioni – “Leggere Dante: come e perché” e “La Commedia: guida alla lettura” – oggi sono anche disponibili in formato e-book e liberamente scaricabili dal  sito edizionisinestesie.it/libri.
Collabora con la Rivista di Studi Politici Internazionali dell’Università La Sapienza di Roma e con la Rivista Il Politico dell’Università di Pavia.

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