di Sabina Zanardi Landi
Quale posto migliore dell’Ara Pacis per ospitare una mostra su Aquileia in occasione dei 2.200 anni della sua fondazione? Questo luogo simbolo della romanità ha, come tutti i grandi musei, una programmazione pluriennale ma grazie all’entusiasmo della sua responsabile, Orietta Rossini, si è riusciti a ritagliare uno spazio di circa un mese per permettere alla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza Capitolina – Direzione Musei, e il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, di cogliere l’occasione dei 2.200 anni per far conoscere al pubblico romano e non solo, le meraviglie che offre quest’avamposto storico dell’antica Roma nell’Adriatico.
Nella sua millenaria storia, Aquileia ha visto molte fasi di cui si è potuto avere unaperçu nella mostra: l’antica città romana, l’Aquileia bizantina e medioevale, i secoli del patriarcato della Chiesa aquileiese, sino a giungere al periodo in cui la città fu parte dell’Impero asburgico e, infine, agli anni della Prima Guerra Mondiale e del successivo dopoguerra.
La mostra ha riunito nella splendida cornice offerta dall’Ara Pacis alcune importantissime opere d’arte romana provenienti dal Museo Archeologico Nazionale, tra cui l’iconica “Testa del Vento” bronzea, due eccezionali mosaici, rilievi marmorei, statue e una preziosa collezione di ambre che ricorda come Aquileia fosse una delle principali destinazioni della Via dell’Ambra proveniente dal Baltico e dal Mare del Nord. In mostra inoltre, una ventina di calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 per la Mostra Augustea della Romanità (dove Aquileia era la città più rappresentata, insieme a Roma e ad Ostia) e oggi custoditi al Museo della Civiltà Romana, cinquanta splendide fotografie scattate quarant’anni fa dal Maestro friulano Elio Ciol, esibite quest’estate al MAMM di Mosca, oltre a un importante contributo di multimedialità per rendere coinvolgente il racconto della sua storia. La vitalità e la ricchezza del messaggio della grande Chiesa Aquileiese sono ricordate dal bassorilievo in pietra calcarea del IV secolo raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Paolo, davvero commovente nella sua semplicità e nella sua forza comunicativa. Per la prima volta è stata inoltre esposta al pubblico la bandiera che avvolse il feretro del Milite Ignoto nella basilica di Aquileia nella intensa cerimonia della scelta fra undici bare di militi non identificati da parte di Maria Bergamas , madre di un volontario irredentista caduto e disperso. La bandiera, donata poche settimane fa al Sacrario delle bandiere, dove verrà esposta in modo permanente, ha suscitato grande interesse e commozione da parte di numerosi visitatori , che hanno potuto scoprire un momento importante e coinvolgentedella storia patria anche tramite i filmati dell’Istituto Luce, che mostrano la cerimonia e poi il viaggio in treno della salma attraverso buona parte del paese fra due ali di connazionali commossi.
Per chi non fosse riuscito a visitare la mostra e volesse comunque saperne di più, è stato prodotto il docu-film “Le tre vite di Aquileia” – realizzato da 3D Production, in collaborazione con Sky Arte e Istituto Luce – che è stato inserito nella programmazione di Sky Arte. Gli appassionati di antichità potranno vedere il filmato anche durante
“TourismA”, il Salone dedicato all’archeologia e al turismo culturale, a Firenze dal 21 al 23 febbraio prossimo, e in occasione del Film Festival di Aquileia, a luglio 2020.
Ma Aquileia e il Friuli non offrono solo opportunità per nuove scoperte culturali. In occasione delle diverse aperture speciali della mostra, molti amici hanno potuto partecipare a degustazioni offerte grazie al sostegno dell’azienda di promozione PromoFVG, dei produttori di Aquileia, della sua municipalità e del Consorzio di Tutela dei Vini Colli Orientali e Ramandolo: un bel modo per conoscere anche i vitigni autoctoni come lo Schioppettino , il Refosco dal Peduncolo rosso o la Malvasia, gustare muset e brovade,rape bianche messe a macerare nelle vinacce servite con la versione friulana del cotechino, il famoso formaggio anche lui stagionato sotto le vinacce sot la trape, piuttosto che il prosciutto cotto interno cotto nella crosta di pane. Insomma, speriamo di avervi fatto venire l’acquolina in bocca e, anche con questa scusa, farvi programmare una gita ad Aquileia. Gita che certamente riserverà grandi sorprese a chi non la conosce, mentre chi già l’ha visitata potrà apprezzare le numerose nuove realizzazioni della Fondazione Aquileia come l’edificazione dei volumi della più grande domus romana del nord Italia, la Domus di Tito Macro, o il Sepolcreto recentemente restaurato.
Aquileia, storicamente il porto più a settentrione dell’intero Mediterraneo, in passato ha costituito la porta d’ingresso di merci, arti e idee provenienti da Nord Africa e Medio Oriente che, rielaborate e metabolizzate, a partire da questa città si sono diffuse nell’Italia settentrionale, nei Balcani e nel Noricum. La mostra romana ha dato anche modo di sottolineare l’importanza del rapporto Aquileia-Roma e la straordinaria capacità di palingenesi di una città risorta più volte dopo invasioni, spoliazioni, guerre e terremoti, la cui esistenza ha avuto un significato non solo militare, politico ed economico per oltre due millenni, ma anche culturale e ideale nel bacino del Mediterraneo e nel rapporto tra Oriente e Occidente…Venire per credere !
Aspettiamo a braccia aperte tutte le amiche dell’ACDMAE!
Sabina Zanardi Landi
Appassionata di archeologia e storia dell’arte, ha seguito e organizzato varie iniziative culturali e, non da ultimo, curato il libro “Mille anni di architettura italiana in Russia” (ediz. Hoepli). Con il marito, già Ambasciatore a Belgrado, a Mosca e presso la Santa Sede, e attualmente Ambasciatore dell’ Ordine di Malta presso la Santa Sede e Presidente della Fondazione Aquileia, ha vissuto a Ottawa, Teheran, Londra, Belgrado e Mosca. E’ madre di tre figli.