di Maria Giovanna Fadiga Mercuri
Il titolo è già affascinante, le opere esposte ancora di più. Il nuovo Istituto di Cultura Coreano di Via Nomentana ha ospitato, da febbraio a marzo, un’importante mostra di arte calligrafica, alla quale sono stati invitati ad esporre le loro opere artisti italiani e coreani. Sotto la sapiente regia del suo Direttore, Lee Soomyoung, ci appaiono numerose interpretazioni di diversi artisti per celebrare il 600 anno dell’invenzione dell’alfabeto coreano hangul, “il più bello del mondo”, come afferma Kim Byeong-gi, Direttore generale della Biennale di calligrafia mondiale del Jeonbuk e promotore dell’iniziativa.
Fra strisce di carta di gelso e tazze di inchiostro di china, ci siamo mosse prudenti ed ammirate, fino a godere dell’esclusiva esecuzione di un cartiglio dipinto al ritmo di uno strumento a percussione, secondo l’antico costume dei nobiluomini coreani, gli Yangbang. Ad ogni colpo corrisponde una pennellata: così si accontentava il senso musicale e visivo ad un tempo. Abbiamo avuto il piacere di assistervi e di scoprire la grazia e l’essenzialità di un popolo ricchissimo di cultura come quello coreano.
“Una bella calligrafia rende bello chi la usa” e il Maestro Kim Byeong-gi, mentre lo dice, è veramente bellissimo.
Maria Giovanna Fadiga Mercuri
Filologa latina e greca, ha vissuto da umanista convinta nelle varie sedi estere – dalla Corea del Sud al Regno Unito, dalla Germania al Belgio, dagli Stati Uniti nuovamente in Corea del Sud e questa volta anche del Nord – svolgendo attività di studio e di ricerca nel suo settore di formazione. Appassionata di lingue antiche e moderne, attualmente insegna a Roma. È Membro dell’attuale Consiglio Direttivo dove si occupa di attività culturali ed è responsabile del Gruppo “Eufasa”.