di Pucci Rastrelli
Ho conosciuto Cleto Munari ad una cena. Sapevo che era un designer famoso negli Stati Uniti,in Canadà e in Giappone più che in Italia e che le sue opere erano nei più importanti musei. L’occasione di averlo come attento interlocutore e, vicino di tavola, era straordinaria. Ho chiesto a cosa stesse lavorando.
Mi racconta che sta ultimando un libro che vede la collaborazione di 5 famosi architetti:Toyo Ito (Giappone), Alessandro Mendini (Italia), Alvaro Siza Vieira (Portogallo) e Oscar Tusquets Blanca (Spagna) e di cinque premi Nobel per la Letteratura : Nagib Mahfouz (Egitto),Toni Morrison (USA), Josè Saramago (Portogallo) e Saul Bellow (Canadà). Il libro si intitolerà “Il libro delle 5 penne” e il progetto prevede che gli architetti si impegnino a disegnare cinque penne dedicate ai premi Nobel. Per ultimare il libro, gli manca un solo scrittore per cui Munari stesso disegnerà la quinta penna. Cleto è dispiaciuto e preoccupato perché non riesce a trovare l’ultimo Nobel, il quinto, e mi racconta quanto sia stata difficile la ricerca dei personaggi selezionati: essi vivono in continenti diversi, sono sempre molto impegnati in conferenze e avere la loro attenzione è un’impresa! Capisco che è amareggiato: essere così vicini alla meta e non poterla raggiungere perché manca l’ultimo protagonista è frustrante e Munari è istintivo, diretto, non nasconde la sua delusione e la voglia di veder realizzato il suo progetto.
Gli piacciono le nuove proposte e capisco che l’idea di abbinare il design di 5 penne stilografiche, mezzi romanticamente utili agli scrittori, alla loro storia, ai loro capolavori letterari che hanno meritato un premio come il Nobel, è un progetto affascinante e deve essere assolutamente portato a termine.
Io conoscevo un premio Nobel per la letteratura: Wole Soynka, nigeriano, e glielo propongo! Non dimenticherò facilmente la faccia di Munari alla mia proposta di metterlo in contatto con il Professor Soynka!
Prima incredulo, poi preoccupato che avessi sottovalutato il suo progetto, mi invita a raggiungerlo l’indomani nel suo studio per provare a chiamare insieme Soynka che, gli avevo detto, sapevo essere a Londra. La mattina dopo sono entrata nello show-room di Munari, che è il concentrato di tutte le sue esposizioni e di tutte le sue mostre.
E’ stato bello vedere e toccare i suoi vetri lavorati con l’oro, gli argenti dalle eleganti forme architettoniche – fra i quali c’era il mio preferito: la “Teiera di Malevič” in argento massiccio, ispirata dalla forma di una locomotiva – e poi i tavoli leggeri e i tappeti.
Era tutto a mia disposizione, potevo vedere da vicino i suoi gioielli, toccarli, provarli, ma Munari era teso ed era evidente che mi lasciava guardare i suoi lavori per pura cortesia.
Finalmente, ci siamo seduti al suo tavolo da lavoro, grandissimo, e abbiamo telefonato a Londra. Quando Soynka ha risposto accettando l’invito di venire a Vicenza per parlare e capire il progetto, finalmente il suo bellissimo volto è stato invaso da un disarmante sorriso. I due personaggi si sono piaciuti, Munari ha disegnato l’ultima penna e, per sottolineare che era per un africano, rappresentante di un “ricco” Paese, ha rifinito la penna dedicata a Soynka con un grosso diamante sul cappuccio.
Il libro è molto interessante per la descrizione, gli schizzi, i vari passaggi creativi intrapresi dagli architetti per arrivare al disegno finale della penna. Affascinanti le risposte degli scrittori, cui le penne sono state dedicate. Mi piace ricordare ciò che Toni Morrison disse, con sensibilità romantica:
“Nella lettera scritta a mano, le linee diventano spesse e gli ostacoli dell’inchiostro scivolano nella baia e nelle insenature delle vocali e lì la mente dello scrittore è genuinamente rivelata“.
Ritratto di Cleto
Per presentare il designer Cleto Munari vorrei riferirmi ad un testo del critico Enzo Biffi Gentili che nell’introduzione del catalogo su Cleto Munari, intitolato “Dandy Design”, cita Ettore Sottsass: “Cleto Munari è stato ed è una specie di catalizzatore di graziosi eventi che riguardano il design italiano e non solo italiano … quella zona speciale del design che io chiamo graziosa…..”.
Il termine “grazioso” nel testo di Sotsass potrebbe degenerare in un suo equivalente oggi molto adottato anche nel design: “Carino!”.
Il termine”carino” sottolinea la mancanza di preparazione che noi italiani abbiamo nei confronti del Design che da noi, purtroppo, non viene ancora considerato Arte. Non abbiamo Musei dedicati al Design e sono ancora poche le Gallerie specializzate.
Cleto Munari ama definirsi artigiano-artista del Design. Nella tradizione vicentina, Munari si è creato uno spazio speciale producendo oggetti in argento disegnati apposta per lui da artisti come Sottsass, Portoghesi, Hallein, Bellini, Gregotti ed altri. La tradizione delle arti decorative ha fornito alla collezione di Cleto Munari molti diversi modelli architettonici da “centro tavola” e che starebbero stati bene sulle le tavole di un tempo (oggi non più di moda!), quelle che consentivano l’installazione dei grandi trionfi di Valadier o, più semplicemente, quelli che ancora troviamo in dotazione nelle nostre più belle Residenze all’estero. Cleto Munari produce anche argenti e gioielli in oro e pietre preziose. Bellissima e molto ricercata è la sua produzione di orologi alcuni dei quali sono stati scelti come regali promozionali dalla nostra Presidenza della Repubblica. Munari è, poi, un vero personaggio: ha raggiunto l’età nella quale si è definiti “anziani”, ma conserva uno spirito particolare e il suo look può senz’altro definirsi “vistoso”. Ama il bello: le stoffe, le sete, i materiali più rari e preziosi lo affascinano, e non resiste a non indossarli! Ama i colori e il suo ritratto, la sua testa con i lunghi e curatissimi capelli bianchi, è sempre abbinata ad originali composizioni. Sensibile alla bellezza e, naturalmente, alle donne affascinanti, è un giudice imparziale nel definire l’eleganza di una signora e questa sua caratteristica mette in guardia le sue amiche dal farsi trovare in men che perfetta forma! Un giorno l’ho invitato al nostro Circolo, lo aspettavo all’entrata e ho avuto un brivido vedendolo scendere dal taxi vestito con pantaloni di velluto rosso cremisi, scarpe di coccodrillo rosa rigorosamente fatte a mano, e con una giacca di visone nero foderata da una stupenda seta giapponese dipinta a mano. La camicia, sua caratteristica, è sempre alla coreana. Nell’entrare al ristorante, dove si richiede la cravatta, ho avuto non solo un brivido, ma un vero momento di panico. Immaginavo già la discussione che sarebbe presto nata fra il cameriere, che doveva suggerirgli una cravatta, e il mio amato Cleto che gli avrebbe risposto… Per fortuna il capocameriere ha capito che il mio ospite era un ospite-artista e, togliendomi dall’imbarazzo, ci ha assegnato il tavolo più bello! Potrei parlare ancora per ore di questo incredibile personaggio, è una gioia per me incontrarlo tutte le volte che viene a Roma. La sua vitalità è talmente contagiosa che ti fa sentire bene! Ora Cleto Munari sta per partire per la Cina: la Mostra “MAGGIORE DESIGN” inaugurata a Bologna in gennaio e che raccoglie le sue opere più note, è stata già richiesta per essere esposta in prestigiosi musei di importanti città cinesi e……Cleto Munari, unitile dirlo, è già in pista!
Pucci Rastrelli
Membro del Consiglio ACDMAE, si occupa del dossier “Assicurazioni sanitarie e pensioni integrative” e del Notiziario. Conosce bene tutti gli aspetti della vita diplomatica che ha affrontato con curiosità e passione, affiancando il consorte in Iraq, Svizzera, ex Unione Sovietica, Svezia, Nigeria, Bulgaria e Mozambico. Ha lavorato come consulente ad ogni approdo italiano.
Le potenzialità delle consorti sono straordinarie! Bellissima storia, grazie
Que incontro interessante e che bella storia! Grazie per condividerla con noi!