di Marzia Brofferio Celeste
Le graphic novel in Italia stanno diventando sempre più popolari. Una quindicina di anni fa, andando in libreria, lo spazio dedicato ai fumetti era per lo più relegato alla sezione giovani o giovanissimi e contava ben pochi volumi. L’idea era che il fumetto (di grafic novel non si parlava ancora) fosse “roba da bimbi o da ragazzi”. E pensando ai fumetti immediatamente si visualizzava Topolino e Peanuts per i piccoli o Tex Willer, Zagor, Diabolik per i più grandi. C’erano poi dei grandi classici, ma con copertina rigida, un po’ più costosi e per un pubblico più adulto ed esigente come Corto Maltese, Altan, Valentina.
Oggi giorno però le librerie devono fare per forza i conti con un pubblico che è cambiato e, di conseguenza, dedicare più spazio a un genere che appassiona quasi 9 milioni di italiani tra lettrici e i lettori, cioè circa il 18% della nostra popolazione.
L’entusiasmo per queste pubblicazioni oramai è trasversale e diffuso tra tutte le fasce d’età. Il fumetto infatti è uscito dal mondo del fantastico, dell’irreale, per diventare un vero e proprio modo di comunicazione che unisce la parola all’immagine.
I primi ad avventurarsi in questa trasformazione, anche nel tentativo di riavvicinare il pubblico alla lettura, sono stati gli autori e i disegnatori che hanno trasformato capolavori della letteratura in fumetto: dalla Divina Commedia a Tom Sawyer, dai Promessi Sposi alle opere teatrali di Shakespeare. E fin qui, tutto abbastanza semplice da capire ed intuire: è la narrazione di una storia, con personaggi, trama, descrizioni di luoghi, atmosfere, emozioni… un po’ come un film i cui i fotogrammi sono sostituiti da disegni con la classica nuvoletta. Molto più complicato è invece trasformare un saggio storico-filosofico in una storia a fumetti. Ma è proprio quello che è riuscito a fare lo storico e professore universitario israeliano Yuval Noah Harari, trasformando in graphic novel il suo famoso saggio “Sapiens. Da animali a dèi”, un bestseller internazionale del 2011 che è stato tradotto in 60 lingue e che ha venduto più di 15 milioni di copie in tutto il mondo.
L’intuizione geniale del professore è stata di coinvolgere David Vandermeulen e Daniel Casanave, due noti illustratori nel mondo dei fumetti, e creare insieme a loro una rivisitazione radicale e profondamente divertente della storia dell’umanità. Ecco così che il professore diventa il personaggio-narratore che accompagna la nipote Zoe (ed il lettore) in un ragionamento lungo e multidisciplinare che le fa capire come mai tra 70mila e 30mila anni fa, l’homo sapiens da “scimmia insignificante” divenne la specie dominante, a scapito degli altri animali e delle altre sei specie di uomini che abitavano la terra.
L’evoluzione umana viene riproposta come un reality show televisivo; il primo incontro tra Sapiens e Neanderthal è descritto attraverso alcuni noti capolavori dell’arte moderna; l’estinzione dei grandi mammiferi come mammut e tigri dai denti a sciabola è raccontata come un thriller; le specie umane appaiono in un gioco di carte di Pokemon, e c’è anche un vero interrogatorio con tanto di giudici, avvocati, tribunale in cui la detective Lopez cerca di incriminare una coppia di ominidi di nome Bonnie e Clyde per avere commesso degli eco-crimini che hanno causato danni incalcolabili come l’estinzione di intere specie animali alla distruzione di interi ecosistemi.
L’obiettivo che si era posto il nostro professore era di divulgare elementi di storia, ragionamenti filosofici, nozioni di archeologia, antropologia e scienze naturali, ad un pubblico ben più vasto di quello che poteva attrarre il suo saggio universitario di 550 pagine. E direi che c’è riuscito visto che la versione grafic novel (pubblicato da Bompiani nel 2020) è già stata tradotta in una trentina di lingue.
Il linguaggio è semplice, con un continuo ricorso all’ironia che coinvolge ed incuriosisce il lettore fin dalle prime pagine. Ma non sottovalutatene la profondità: gli argomenti trattati, le riflessioni, i dibattiti tra ipotesi opposte circa l’evoluzione della nostra specie vi obbligheranno a lunghe pause di riflessione tra un capitolo e l’altro.
Insomma, lo avete capito. A me è piaciuto molto e non vedo l’ora di leggere il secondo volume dal titolo “Sapiens: i pilastri della civiltà”, sempre edito nel 2021 da Bompiani.
Marzia Brofferio Celeste
Marzia Brofferio Celeste, laureata in Bocconi in Economia Aziendale, dopo un anno presso la Commissione Europea a Bruxelles, ha lavorato come consulente (Head Hunter e Formazione Manageriale) per numerose multinazionali in Italia, in Francia ed in Belgio.
Ha vissuto in Siria (Damasco), Bulgaria (Sofia), Belgio (Bruxelles), Regno Unito (Londra). Dal 2010 è membro del Coro ACDMAE