Torna il Festival de Cine con quattro film italiani tra i più applauditi (e votati) ai David di Donatello

di Maria Rosaria Gallo Colella

Il Festival del Cinema italiano in Costa Rica ha felicemente mantenuto la sua promessa iniziale riproponendosi per una seconda edizione quest’anno, sempre a San José, dall’8 al 12 maggio. Edizione che ha visto una grande affluenza di pubblico, ma soprattutto un grandissimo interesse per i temi trattati e la loro modalità di narrazione.

Sono stati proiettati alcuni dei più bei film italiani (e di maggior successo) del 2023, appositamente selezionati per il pubblico centroamericano, dopo esser stati applauditi e premiati alla cerimonia dei David di Donatello.

 

     C’ È ANCORA DOMANI di Paola Cortellesi

Immancabile film di cui si è già detto tanto e tanto c’è ancora da dire; opera prima alla regia di Paola Cortellesi, altrimenti conosciuta per le sue abilità di attrice, intrattenitrice, cantante, la storia ricalca una narrazione ahimè ancora attuale al giorni nostri: la stessa regista veste i panni della protagonista, una casalinga nella Roma del dopoguerra che si dibatte tra la cura della famiglia e le necessità quotidiane per portare a casa qualche soldo, tra le botte quotidiane del marito prepotente e le intemperanze dei due figli maschi, ineluttabilmente avviati sulla strada del padre.

Sarà l’urgenza di salvare la figlia adolescente dal suo stesso destino ad aprire gli occhi a Delia, a mostrarle che esiste una possibilità: piccola, faticosa, fatta di semplici al “rivoluzioni” da compiere giorno per giorno. E il colpo di scena avverrà nel finale, quando anche il titolo del film si aprirà ad una interpretazione nuova e universale: attraverso il suo sacrificio quotidiano, Delia riscatta non solo sé stessa e sua figlia, ma tutto l’universo femminile.

 

     IO CAPITANO di Matteo Garrone

La pellicola si avvale di una narrazione realistica nelle descrizioni dei luoghi e dei personaggi, ma che raggiunge un tono epico quando diventa veicolo delle emozioni e delle aspirazioni dei due giovani protagonisti.

È una storia alla quale la cronaca degli ultimi anni ci ha purtroppo abituati: in fuga dalla realtà complicata di un Senegal impoverito e con poche speranze, i due ragazzi ben presto si rendono conto che il sogno inseguito può trasformarsi nella ricerca di un’illusione; e il grido di orgoglio “Io, Capitano”, io sono il capitano che ha traghettato questa umanità disperata verso il sogno di una vita migliore, può rivelarsi un boomerang sia per il “Capitano” che all’ arrivo sulle coste italiane potrebbe essere incarcerato come presunto trafficante di immigrati clandestini, sia per tutta quella umanità sopravvissuta alla traversata che ben presto si renderà conto che l’Eden sognato non esiste neppure sulle coste dell’agognata Europa.

 

     COMANDANTE di Edoardo de Angelis

Film storico che riporta alla luce un episodio dimenticato dell’ultima guerra: il comandante Salvatore Todaro, responsabile di un sottomarino della Marina Militare Italiana agli ordini del governo fascista, intercetta una nave belga che trasporta armi e munizioni del nemico inglese.

Dopo averla bombardata e affondata, il comandante decide di recuperare e salvare i superstiti, anche rischiando la sua vita e quella dei suoi marinai.

Al di là delle bandiere e delle ideologie, Salvatore Todaro ci mostra un’umanità possibile anche tra persone, culture, abitudini diverse; anche quando l’altro è il nemico, la legge del mare prevale sulla legge della guerra.

 

     LA CHIMERA di Alice Rohrwacher

Di ritorno da un non meglio precisato periodo in carcere, l’enigmatico archeologo inglese Arthur ritrova la sgangherata banda di tombaroli con la quale era solito effettuare scorribande nel sottosuolo di una ricchissima area dell’Italia centrale, a caccia di reperti da rivendere a collezionisti e amatori in tutto il mondo.

La bellezza dei manufatti ritrovati stride con la bruttezza del mondo circostante: industrializzazione incontrollata, cementificazione selvaggia, piccoli paesi stravolti da mode e stili di vita che cancellano la loro identità. La Rohrwacher ci ha abituati ad una narrazione sempre sospesa tra una squallida realtà e l’immaginifico di un mondo altro, magico e cristallino.

Sarà questo il percorso che Arthur inseguirà, rincorrendo un “filo rosso” che significa Bellezza, Amore, Accettazione di sé; traccia che il giovane ritroverà nel finale fantastico e che accoglierà anche a costo di perdere tutto il resto.

Maria Rosaria Gallo Colella

Napoletana di nascita e temperamento, si è laureata in Lingue e Letterature straniere presso il prestigioso Istituto Orientale della città partenopea. Le lingue le ha poi praticate accompagnando il marito, in giro per il mondo, e seguendo le avventure scolastiche dei cinque figli! Da sempre si occupa della nostra Rubrica “Visti per Voi”, uno spazio che, per fortuna, non ha abbandonato durante i quattro anni di permanenza ad Oslo, al seguito del marito, già Ambasciatore italiano in Norvegia. Con lui, oggi sta vivendo una nuova avventura in un paese lontano, il Costarica, ma senza mai abbandonare la sua grande passione per il Cinema.

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