di Paola Petraccia Greco
Quando chiesero a Federico Fellini in quale città avrebbe voluto vivere, lui – riminese di nascita ma profondamente innamorato della sua Roma – rispose senza esitare: “A Cinecittà” ! Molte di noi, dopo aver visitato questo tempio del grande Cinema italiano, hanno capito le ragioni profonde dell’inaspettata risposta del Maestro: Cinecittà – inossidabile negli anni, nonostante la rivoluzione tecnologica che ha investito il settore – è un luogo magico dove si sogna ad occhi aperti, come in un film. Un luogo che Fellini e altri grandi maestri del cinema italiano e internazionale hanno inevitabilmente consegnato alla fama mondiale. E che oggi continua, per fortuna, a essere pieno di vita e di dinamismo. Gli studi dal 2011 hanno smesso di esser approdo esclusivo degli addetti ai lavori e sono stati aperti al grande pubblico cui sono proposti vari percorsi culturali: tra i set permanenti e i teatri di posa, tra gli allestimenti scenografici e i backstage riscostruiti per illustrare i vari “mestieri del cinema”. Prima di addentrarci in questa “Fabbrica dei Sogni” – così è stata ribattezzata Cinecittà – il nostro gruppo ha oltrepassato l’imponente ingresso sulla Tuscolana, tipico esempio, con gli edifici storici all’interno, dell’architettura fascista. Fu Mussolini, infatti, a volere gli studi e a inaugurarli, nel 1937, per dare una “casa” al cinema di propaganda e lustro all’Italia fascista che ambiva a rivaleggiare con i fasti di Hollywood. Il clima capriccioso della stagione non ci ha impedito di respirare le atmosfere del tempo percorrendo i viali alberati, tra un edificio e l’altro, prima di entrare, con la nostra preparatissima guida, nel più grande teatro di posa di Cinecittà: il Teatro 1. Tra quelle mura oggi spoglie tutti i grandi del nostro Cinema hanno dato almeno un “ciak”. Le stesse mura che tuttora accolgono nuove produzioni: sia fiction (italiane e non) che film per il grande schermo.
Certo, gli anni d’oro del nostro cinema sono lontani e Cinecittà non è più quella “Hollywood sul Tevere” degli anni ’50 e ’60, con le porte sempre aperte alle grandi produzioni americane. E non è neppure il luogo d’elezione del nostro Cinema contemporaneo, spesso attratto dalle opportunità particolarmente favorevoli offerte dalle Film Commission regionali. Sarebbe tuttavia riduttivo pensare a Cinecittà unicamente come un Museo di Storia del Cinema. Chi come noi ha avuto la fortuna di visitarlo si è subito reso conto che è anche una “macchina” operativa al 100%: alcuni studi, incluso il celeberrimo “Studio 5” dedicato a Fellini, sono occupati dalle produzioni e quindi non visitabili, così come alcuni laboratori che lavorano a pieno regime per riprodurre monumenti, decorazioni sceniche e dipinti d’ogni sorta con quella precisione che solo le maestranze italiane riescono a raggiungere. E così, mentre usciamo dal teatro di posa, scorgiamo da lontano il set dove Scorzese ha girato “Gangs of New York”, mentre dietro l’angolo ci imbattiamo nelle maestose ricostruzioni della Roma Antica che incorniciarono le scene cult di alcuni colossal memorabili: da “Ben Hur”, nel 1959, a “Quo Vadis?”, fino all’indimenticabile “Cleopatra” interpretata da Liz Taylor nel 1963. Stupisce scoprire che anche il remake del primo, nel 2016, fu ancora girato sulla Tuscolana (a Cinecittà World) perché neppure la grafica al computer avrebbe potuto rendere altrettanto bene gli ambienti. Stessa scelta per la celeberrima serie tv della HBO “Rome” il cui set è visitabile così come lo sono altri due set permanenti: quello realizzato per le riprese del film “The Young Messiah” (2015) e la Firenze rinascimentale ricostruita per la miniserie diretta da Liliana Cavani, “Francesco” (2014).
E mentre osserviamo i set ricordando film che tutti abbiamo visto almeno una volta, la guida ci impone un improvviso dietro-front: poco più in là una troupe sta girando! La “Fabbrica dei Sogni” oggi è, infatti, un complesso enorme, unico in Italia, con i suoi laboratori artigianali fiori all’occhiello, le sale di post-produzione, le strutture tecniche e, ancora, i depositi, i magazzini, gli uffici, le attrezzerie e i suoi 22 teatri di posa. Su tutti domina il mitico Teatro 5, già “regno” di Fellini: più di 3mila metri quadrati di superficie e un’altezza di 14 metri (indispensabili per le scenografie più complesse) che ne fanno indiscutibilmente il teatro di posa più grande d’Europa.
Cinecittà ha attraversato indenne anche la crisi e il peso della concorrenza che in anni più recenti hanno colpito il settore, sempre puntando sulla qualità e sulle capacità delle proprie maestranze per resistere sul mercato. E i risultati non mancano come dimostrano le numerose produzioni mondiali, cinematografiche e televisive, che continuano a scegliere Roma: per i suoi set naturali mozzafiato, ma anche per i servizi a valore aggiunto e per i grandi studi della Tuscolana.
Come disse il premio Oscar Dante Ferretti ”Cinecittà è la realizzazione del sogno di uno scenografo, di una parola magica che si fa cinema, che è cinema”. E non possiamo che essere d’accordo con lui perché è esattamente questa la sensazione che abbiamo provato visitando questo magnifico “tempio” del Cinema.
Paola Petraccia Greco
Romana e laureata in Giurisprudenza all’Università La Sapienza, coltiva da sempre le sue vere passioni: il cucito e il tricotage. Mamma di Ludovica e Alessandro, ha vissuto con la famiglia a Belgrado, Bangkok, Parigi e Vienna.