di Maria Giovanna Fadiga Mercuri
De André ne è rimasto colpito tanto da farne una canzone desolata, l’esercito nazista vi ha trovato la più strenua resistenza di tutta la Linea Gotica dall’8 settembre del 1943 (la città è Medaglia d’oro al Valore) e da qui Cesare prese il volo con una memorabile gettata di dadi verso la distruzione della Repubblica e la creazione dell’Impero Romano. Rimini, al centro di una regione che anticamente aveva il nome di Romandiola (la piccola Roma, l’odierna Romagna) -benché situata nel cuore della Gallia Padana – è un territorio peculiare: meta un tempo di vacanze in colonia, di caccia alle turiste nordiche da parte di “vitelloni” e ancor oggi ubriaca di aperitivi trendy, Rimini non poteva sfuggire all’occhio attento di uno dei suoi figli più famosi, Federico Fellini.
Nato cento anni fa, nel 1920 in questa provincia godereccia ma non indolente, produttiva ma non ossessiva, Fellini è per tutti un Maestro del Cinema Mondiale. Un artista con uno sguardo unico ed inconfondibile, così immaginifico da diventare quasi barocco, che attraverso la sua visione della vita è riuscito a inventare il Mondo intero. Tutto s’immagina, diceva, ma … la pandemia no. Non l’avrebbe immaginata nemmeno lui, questa rivoluzione assoluta, questo strazio piombato nella nostra esistenza e allora la sua città, che si era preparata con impegno alle celebrazioni di rito con una grande mostra al Castello di Sismondo (antica residenza dei signori di Rimini, e parte della futura sede del Museo Fellini) ha scelto di renderla fruibile online attraverso un filmato ricco e coinvolgente. L’importanza del messaggio felliniano giustifica questa operazione decisa dal Comune di Rimini; l’accessibilità diffusa di questa esposizione celebrativa del centenario della sua nascita significa coinvolgerci tutti e trasformarci da visitatori statici in spettatori dinamici.
E’ perciò quanto mai benvenuta questa proposta, che ci permette di entrare in una realtà virtuale ma non troppo (dal momento che comunque una proiezione è di necessità virtuale e dura il tempo della rappresentazione stessa): mentre in una mostra reale si medita, si riflette, si incede lentamente di sala in sala, al cinema -nel buio- ci si agita, si partecipa in sincrono con lo schermo che vive. Così ci sentiamo guardando i suoi film. Tanti, tantissimi, mai troppi.
E poi si esce dalla sala, che per il Maestro era quella del Cinema Fulgor sul Corso d’Augusto fortunatamente restaurato appena due anni fa, ancora ricchi delle emozioni vissute e così si comincia ad immaginare. Comincia il sogno attraverso la memoria, il ricordo. Il ricordo… io ricordo … Amarcord. Il capolavoro assoluto che è nato qui, che non si traduce in nessuna lingua, come spleen o saudade: io mi ricordo e lo dico davvero – perché in parte io sono di quelle parti – che è difficile dimenticare Rimini, il sapore di certe piadine e di certi sguardi…
MGM
(e non è Metro Goldwyn Meyer, ma Maria Giovanna Mercuri)
Dopo l’allestimento riminese, inaugurato lo scorso dicembre, la mostra doveva essere inaugurata a Palazzo Venezia, a Roma, seconda patria del Maestro, per poi proseguire il suo tour in Europa e negli Stati Uniti (Los Angeles). Le cose sono andate, come ben sappiamo, diversamente e quella mostra dal 9 aprile è diventata una passeggiata virtuale nelle sale del Castello malatestiano che il pubblico, in qualsiasi parte del mondo, potrà “visitare” in compagnia di Marco Bertozzi, uno dei due curatori. Il video, realizzato da Visit Rimini, figura nel palinsesto di attività online stRIMINIing proposte dal Comune di Rimini durante il lockdown.
Maria Giovanna Fadiga Mercuri
Umanista e filologa, ha sempre cercato di svolgere attività di studio e di ricerca nel settore di formazione nelle diverse sedi, fra la Corea del Sud e del Nord, il Regno Unito, la Germania, il Belgio e gli Stati Uniti. Attualmente a Roma, insegna Paleografia e Diplomatica (attenzione: niente a che vedere con la diplomazia!) presso la Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Universitario di Patologia del Libro. Ex membro del Consiglio Direttivo uscente, ama scrivere.
Che voglia di Rimini, dopo la pandemia! Grazie M. Giovanna per questo affresco della città brioso e saporito come sono sempre i tuoi scritti. Buon sangue emilian-romagnolo non mente!